De Palma (Abruzzo Meteo): «Fulmini sempre più frequenti per il cambiamento climatico»

I consigli del meteorologo: «Rifugiarsi in auto è una possibilità, perché il veicolo è in grado di schermare le scariche dall’esterno, ma si deve evitare di rimanere a contatto con le parti metalliche»
PESCARA. La settimana di Ferragosto appena messa alle spalle non sarà ricordata soltanto per la Notte di San Lorenzo e i falò in spiaggia, ma anche per i fulmini che si sono abbattuti in Abruzzo e nel resto d’Italia. Domenica scorsa un quindicenne è stato colpito a Crognaleto da una scossa elettrica mentre portava al pascolo il suo gregge e adesso è ricoverato in condizioni gravi all’ospedale Bambin Gesù di Roma. Il giorno successivo, un quarantaduenne è morto in Salento a causa di un fulmine che lo ha colpito mentre era in sella alla sua motocicletta.
Il fatto che tutto ciò sia avvenuto in piena estate ha fatto particolarmente scalpore. Ci troviamo di fronte a una nuova normalità di forte instabilità meteorologica potenzialmente letale, o è solo la drammatica casualità degli eventi a intrecciare le trame di queste tristi storie? E si possono prevenire tragedie del genere? Per capirne di più Il Centro ha contattato l’esperto meteorologo Giovanni De Palma di Abruzzo Meteo, che offre preziosi consigli su come comportarsi nel caso di temporali che ci prendano alla sprovvista.
De Palma, le notizie che ci arrivano dagli ultimi giorni sono una novità o è qualcosa che si è già visto prima?
«Non è una novità, i temporali estivi sono piuttosto frequenti e, soprattutto dopo prolungate fasi meteorologiche molto calde, rischiano di essere anche intensi, così come accaduto in questi giorni sulle zone interne e montuose, a causa del cedimento dell’alta pressione e dell’arrivo di masse d’aria umida in quota che ha favorito la formazione di temporali nel pomeriggio e nel tardo pomeriggio. Tra l’altro, nei prossimi giorni saranno frequenti, non solo sulle zone interne e montuose ma, localmente, anche sul versante adriatico, specie nelle giornate di venerdì e sabato, a causa dell’arrivo di una perturbazione atlantica, attesa soprattutto al Centro-nord».
Come si genera un fulmine?
«Il fulmine si genera all’interno delle nubi temporalesche che vengono chiamate "cumulonembi". Sono nubi a sviluppo verticale che possono estendersi da circa 2000 metri e la sommità può raggiungere i 10.000-12.000 metri di altezza. All’interno di queste nubi ci sono intense correnti ascensionali che favoriscono la salita e la discesa di goccioline d’acqua e cristalli di ghiaccio presenti soprattutto a quote elevate: l’attrito provocato tra queste particelle determina la formazione di cariche elettriche. Le cariche positive tendono a posizionarsi nella parte più alta della nube, le cariche negative nella parte più bassa e l’aria crea una barriera che separa le cariche elettriche fino a quando l’energia accumulata supera anche la resistenza dell’aria e si forma una scarica elettrica. I fulmini si possono verificare all’interno della nube (fulmini nube-nube) o tra la nube temporalesca e il suolo (nube-suolo). Questi ultimi sono i più pericolosi per l’uomo. Esiste anche un'altra tipologia di fulmini, ancora poco studiata, che si verifica al disopra della nube temporalesca. Si tratta di fenomeni dalla durata di pochi millisecondi, difficilmente visibili ad occhio nudo e prendono il nome di "Red sprite" o "Sprites"».
A quanta distanza può colpire?
«Il fulmine può estendersi anche per diversi chilometri di distanza. In particolare, il cosiddetto "fulmine positivo", che nasce dalla sommità delle nubi temporalesche, può colpire anche a distanze ragguardevoli, intorno ai 10-15 chilometri, lontano dalla base del temporale. Ecco perché si dice “fulmine a ciel sereno”».
Come mai questi fenomeni si fanno sempre più intensi? Colpa del cambiamento climatico?
«Le fulminazioni sono decisamente aumentate in questi ultimi anni. A causa del cambiamento climatico si generano temporali particolarmente intensi, grazie all’elevata energia in gioco presente sotto forma di temperature e tassi di umidità molto elevati. L’aumento della temperatura globale ha innescato un progressivo cambio della circolazione meteorologica, in particolare sull’Europa e sul bacino del Mediterraneo, con le espansioni delle aree di alta pressione di matrice sub-tropicale provenienti dalle regioni nord-africane. La persistenza di queste figure meteorologiche nel periodo primaverile, estivo e autunnale genera un accumulo di energia che porta poi, al primo peggioramento, allo sviluppo di intense cellule temporalesche che possono determinare nubifragi, frequente attività elettrica, grandine di grosse dimensioni e persino tornado. Da non confondere con le forti raffiche di vento che genera il temporale (downburst), talvolta anche superiori ai 100 chilometri orari, ma che spesso vengono erroneamente associate ad una tromba d’aria».
Esistono delle aree maggiormente esposte al rischio in Abruzzo? Se sì, quali sono?
«I temporali sono più frequenti nelle zone montuose, dove il rilievo favorisce lo sviluppo di correnti ascensionali che portano, in condizioni favorevoli (instabilità in quota) alla formazione di nubi temporalesche. Ma i temporali possono estendersi poi anche verso le zone pedemontane, collinari e costiere, sempre se permangono condizioni favorevoli. Cosa molto importante è seguire le previsioni meteorologiche prima di intraprendere, ad esempio, escursioni sui rilievi, in quanto un temporale può formarsi in maniera molto veloce, rivelandosi particolarmente insidioso».
Si dice che quando c’è un temporale bisogna stare lontani dagli alberi, ma ci sono altre precauzioni da seguire nel caso ci si trovi in mezzo a un temporale?
«È verissimo che non bisogna mai rifugiarsi sotto a un albero o sotto gli alberi, in quanto hanno una maggiore probabilità di essere colpiti dai fulmini. Bisognerebbe cercare quanto prima un riparo. Se, però, veniamo sorpresi da un temporale e non abbiamo un riparo nelle vicinanze bisogna rimanere accovacciati e con i piedi uniti. Rimanendo in piedi, infatti, saremmo noi ad essere il punto più favorevole di scarico al suolo del fulmine».
E se ci si trova in spiaggia? Cosa bisogna fare?
«Come per gli alberi, non bisogna mai rimanere in acqua durante un temporale, perché il nostro corpo che sporge dall’acqua potrebbe facilitare la scarica elettrica. Ci si deve immediatamente allontanare dalla spiaggia e cercare riparo. E soprattutto non aspettare l’arrivo del temporale prima di abbandonare la spiaggia poiché, come ho detto, i fulmini possono colpire anche a 10-15 chilometri di distanza dal temporale».
La bicicletta ha le ruote in gomma: hanno capacità isolante?
«Assolutamente no. Le bici e le moto sono sempre a rischio. Durante il temporale occorre assolutamente cercare un riparo e non viaggiare su questi mezzi».
Un’ultima domanda: treni, macchine e case sono luoghi sicuri?
«Treni e auto sono sicuri, soprattutto l’automobile, ma a patto che non si rimanga a contatto con le parti metalliche durante il temporale. La macchina funge, infatti, come una cosiddetta "gabbia di Faraday", una specie di contenitore fatto di materiali conduttori che scherma e isola l’interno dell'auto dalle scariche elettriche che provengono dall’esterno. Anche le case sono luoghi sicuri, ma con qualche piccola accortezza: durante i temporali bisognerebbe evitare di rimanere vicino a porte, finestre (da tenere ben chiuse), camini e da oggetti elettronici che dovrebbero essere isolati, scollegati dalle prese elettriche, soprattutto la televisione, che va scollegata dall’antenna durante i temporali. Evitare di parlare al telefono ma soltanto se si dispone di un telefono fisso con cavo, mentre si può parlare tranquillamente con il cordless o con un telefono cellulare in casa: i fulmini, infatti, prediligono le linee elettriche e telefoniche per scaricarsi».
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