Decreto Ristori, molte categorie eslcluse dagli indennizzi

ABRUZZO / CORONAVIRUS

Decreto Ristori, Confartigianato: così si mandano sul lastrico diverse categorie produttive

Di Blasio: esclusi i piccoli artigiani della ristorazione, dalle pizzerie alle gastronomie. Danni indotti su panifici, caseifici, birrifici, ditte di pulizie e trasporti

PESCARA. «Siamo molto preoccupati per l'ingiusta esclusione, dal cosiddetto decreto Ristori, di diverse categorie produttive. Chiediamo al governo di estendere il provvedimento ad altre tipologie di imprese, per evitare che nel territorio abruzzese numerosi commercianti, artigiani e piccoli imprenditori finiscano sul lastrico e si cancellino migliaia di posti di lavoro». Così Giancarlo Di Blasio, presidente di Confartigianato Abruzzo, in merito al provvedimento con cui il governo Conte ha stanziato contributi per 5,4 miliardi in favore di una parte del sistema produttivo nazionale colpito dalle nuove misure restrittive legate all'emergenza Covid-19.

«Uno degli aspetti più critici del decreto è rappresentato dall'allegato 1, con il ritorno dei codici Ateco, che già attaccammo durante il primo lockdown alla luce delle gravi discriminazioni innescate. Tra gli esclusi troviamo tutte le imprese che svolgono attività senza somministrazione, in pratica tutto l'artigianato della ristorazione, pizzerie a taglio, gastronomie, rosticcerie e piadinerie, non ammesse nonostante i vistosi e prolungati cali di fatturato».

Il presidente di Confartigianato Abruzzo sottolinea che «inoltre, molti settori, subiranno l'effetto collaterale delle chiusure serali, a partire da quella rilevante filiera della produzione alimentare artigiana, costituita da panifici, pastifici, caseifici, salumifici, birrifici, aziende conserviere e di trasformazione dei prodotti orticoli, che rischiano di dimezzare i propri fatturati». Di Blasio ricorda che a essere duramente colpite sono anche «le aziende del trasporto merci, le lavanderie, le imprese di pulizie e tutte quelle attività legate al mondo delle cerimonie, a partire da fotografi, sarti, videomaker e altre figure».

Di Blasio contesta anche le scelte relative all'entità degli aiuti. «Scorrendo le tabelle, con l'elenco delle diverse attività produttive non capiamo perché tassisti e Ncc siano gli unici ai quali, a fronte della paralisi del comparto dovuta alla mancanza di richiesta di mobilità, che comporta perdite di milioni di fatturato, vengano erogati ristori del 100%, a differenza di altre categorie che ottengono il 150%, il 200% e in alcuni casi il 400%».

In conclusione. il presidente regionale di Confartigianato evidenzia che «l'importo di 5,4 miliardi appare del tutto insufficiente e inadeguato rispetto alle effettive necessità del sistema produttivo, anche alla luce degli ulteriori effetti negativi, per l'economia e per le imprese, che la nuova stretta del governo innescherà nelle prossime ore». Di Blasio, nel ribadire che «la salute viene prima di ogni altra cosa» sottolinea che, «tuttavia, non è possibile accettare passivamente le chiusure laddove è garantita un'applicazione scrupolosa delle misure imposte dai protocolli di sicurezza e dove il rischio Covid risulta essere sotto controllo».