Esplodono i reati tra giovanissimi ma gli uffici giudiziari si svuotano

4 Ottobre 2025

Il tribunale per i minorenni con 10 unità sulle 21 previste, la procura con appena 7 amministrativi: «Così è impossibile garantire un servizio adeguato». Al coro si uniscono gli avvocati di tutto il distretto

L’AQUILA. Il grido d’allarme è di quelli destinati a fare tanto rumore. Perché arriva direttamente dagli uffici giudiziari minorili dell’Aquila, ovvero procura e tribunale per i minorenni, accompagnato anche da una nota dell’avvocatura di tutto il distretto d’Abruzzo. Questo per «condividere l’urgenza di rappresentare pubblicamente la sconfortante situazione in cui versa il tribunale per i minorenni dell’Aquila, competente per l’intera regione alla tutela di delicatissimi diritti delle persone».

Procura e tribunale per i minorenni che negli ultimi anni, come racconta una cronaca quasi quotidiana, sono alle prese con emergenze e devianze giovanili che hanno fatto letteralmente esplodere i problemi negli uffici abruzzesi. Violenze sessuali, episodi di bullismo legati anche alle cosiddette baby gang, vessazioni psicologiche e fisiche, pedopornografia, adescamento, cyberbullismo, estorsioni sessuali, furti d’identità digitale, truffe online, abuso di droghe o di alcolici. Un elenco sempre più variegato che fa impennare la percentuale dei reati.

L’ufficio giudiziario dell’Aquila «opera attualmente con presenza effettiva di sole 10 unità di personale proprio sulle 21 previste dalla pianta organica», come sottolineato dai dipendenti, «vetusta e palesemente sottodimensionata rispetto alle sempre crescenti complessità sociali da cui originano gli interventi demandati specificamente all’autorità giudiziaria minorile». I dati evidenziano «oltre il 50% di scopertura». Analogamente, la procura minorile, anch’essa competente per l’intero Abruzzo, «pure dotata di pianta organica obsoleta rispetto ai tempi che viviamo», registra «la presenza di soli 7 amministrativi, invece dei previsti 12», con «oltre il 42% di scopertura».

«È evidente» continuano dagli uffici giudiziari minorili dell’Aquila «la più volte rappresentata impossibilità di garantire un servizio adeguato, malgrado l’impegno quotidianamente speso dagli addetti nel tentativo di non venir meno alle esigenze di giustizia cui deve rispondere la giustizia minorile, tanto in sede penale che civile».

Secondo gli uffici «è a tutti noto il drammatico intensificarsi di vicende di cronaca in cui i minorenni sono coinvolti quali autori o vittime di gravi delitti contro la persona e non solo, così come la circostanza della imminente riapertura dell’istituto penale minorile, che, sebbene accolta con pieno favore perché consente di ripristinare per i minorenni abruzzesi che si trovino in condizioni detentive la certezza di mantenere i necessari contatti affettivi e la possibilità di trattamento nel loro contesto di origine, comporterà ulteriore rilevante aggravio del carico di lavoro».

L’impegno della giustizia minorile «è altrettanto intenso in sede civile, sia perché impegnato proprio alla prevenzione delle cause del disagio giovanile, che esitano altrimenti in tragici costi individuali e sociali, sia perché chiamato ad operare con immediatezza per la protezione dell’infanzia e dell’adolescenza, assicurando interventi tempestivi di tutela ed approfondimenti adeguati a bilanciare gli interessi di tutti i soggetti coinvolti garantendo a ciascuno l’imprescindibile diritto di difesa. A fronte dell’alto compito che lo stesso legislatore attribuisce al tribunale per i minorenni e della costante disponibilità che magistrati, avvocati ed il poco personale manifestano, affrontando le quotidiane criticità con spirito di collaborazione, non è più possibile ignorare che le carenze di personale si riflettono nell’impossibilità di un’efficace risposta. E allora, in assenza di concreti interventi sulle predette carenze, interrogarsi sulle cause del disagio giovanile e su come prevenire gravi reati, nonché sulle prassi virtuose per reintegrare i minori nel tessuto sano della società, diventa pura retorica».

Magistratura minorile e avvocatura del distretto, «unite in comunità di intenti e spirito di servizio», confidano «nelle soluzioni positive ai problemi sopra indicati che i rappresentanti degli enti locali e nazionali potranno proporre e adottare, nel comune interesse pubblico e a tutela dell’infanzia e dell’adolescenza».

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