Festa ad Assisi, Biondi: «Abruzzo e Umbria unite da Francesco e Celestino»

Oggi il sindaco dell’Aquila accende la Lampada sulla tomba del patrono d’Italia. Alla cerimonia anche il premier Meloni, il ministro Giuli e il presidente Marsilio
ASSISI. «San Francesco e San Celestino V sono personaggi pop». Il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi di Fratelli d’Italia, sorride e aspetta che arrivino le ore 10 di oggi quando accenderà la Lampada votiva sulla tomba del patrono d’Italia che arderà per un anno grazie all’olio extravergine donato dall’Abruzzo: la mano di Biondi, nella basilica papale di San Francesco, ad Assisi, sarà la mano di tutti i sindaci italiani. «Avrò questo privilegio», dice emozionato, «questa fascia tricolore si indossa sempre con lo stesso amore. Noi siamo i primi difensori dei cittadini».
E allora, in attesa del giorno da protagonista, Biondi sa che può permettersi anche la licenza di abbattere le barriere dello spazio, del tempo e dell’arte e di proiettare nel presente il santo simbolo della rinuncia e della povertà e l’eremita Pietro da Morrone che rifugge dal potere. Alla cerimonia in diretta su RaiUno, ci sarà anche il presidente del Consiglio Giorgia Meloni con il ministro della Cultura Alessandro Giuli e il presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio, tutti di FdI.
«San Francesco e San Celestino V», riflette Biondi, «sono stati testimoni coraggiosi del Vangelo, alfieri di umiltà, spiritualità, sensibilità verso gli ultimi e amore verso il creato; sono il nostro orizzonte, la nostra bussola interiore», dice il sindaco davanti ai primi cittadini abruzzesi con le fasce tricolori riuniti già da ieri ad Assisi; presenti anche i consiglieri regionali Carla Mannetti della Lega, prima autrice dell’emendamento per stanziare il contestato contributo da 100mila euro per i festeggiamenti, Maria Assunta Rossi di FdI, Alessio Monaco di Avs e Antonio Di Marco del Pd. L’assessore regionale alla cultura Roberto Santangelo di Forza Italia rivendica l’orgoglio abruzzese «di aver fatto di più»: «Oltre all’olio santo, abbiamo fatto una legge regionale che ha dato il giusto valore a questo evento», dice riferendosi alla legge dell’assestamento di bilancio, la numero 24 del 13 agosto scorso, che contiene una raffica di tagli ma anche una serie di finanziamenti mirati.
E dopo le polemiche dell’opposizione per i fondi affidati ai vescovi della Ceam, la Conferenza episcopale abruzzese e molisana, la giunta regionale di centrodestra si ritrova ad approvare una delibera fuorisacco, cioè non prevista nella scaletta della riunione di ieri, per definire «le modalità di erogazione del contributo, le azioni di promozione della Regione durante le celebrazioni e le modalità di rendicontazione delle somme spese». E nelle stesse ore del voto della giunta Marsilio, mentre il vento spazza Assisi e muove i gonfaloni in corteo, Biondi guida i sindaci abruzzesi lungo piazza della Porziucola, 266 passi fino all’ingresso della basilica di Santa Maria degli Angeli: accanto a lui, il sindaco di Assisi Valter Stoppini, prima 41 anni in polizia e adesso al lavoro in Comune, e la presidente della Regione Umbria Stefania Proietti, indipendente di centrosinistra, alleata di Marsilio per la ripartizione del Fondo sanitario nazionale.
«San Francesco, la Porziuncola e il Perdono di Assisi. San Celestino V, Santa Maria di Collemaggio e la Perdonanza celestiniana. Assisi e L’Aquila», continua Biondi, «mai come in questo momento storico, con la forza del loro portato secolare, si uniscono nella preghiera di una pace che appare irrealizzabile contro il rumore sempre più invasivo delle armi, la cieca distruzione, la ragione che disconosce l’umanità». Ad ascoltare Biondi anche il senatore Etel Sigismondi, coordinatore regionale di FdI: «Amo Assisi anche per un altro motivo: qui ho conosciuto mia moglie». È Ersilia Lancia, assessore comunale dell’Aquila, anche lei FdI. Ai lati della piazza ci sono i gruppi abruzzesi: le donne di Scanno con i loro abiti e il tradizionale Corteo nuziale, il gruppo storico Città di Popoli, l’associazione Laccio d’amore di Penna Sant’Andrea e Il Mastrogiurato di Lanciano con i tamburi.
L’Abruzzo, prescelto dalla Cei, fa festa ad Assisi per la quinta volta nella sua storia: l’ultima era stata 21 anni fa, ai tempi di Giovanni Pace presidente della Regione e Biagio Tempesta sindaco dell’Aquila: «Oggi più che mai rispetto al 2004, quando l’allora sindaco Tempesta ebbe per la quarta volta per la nostra città il privilegio di accendere la lampada votiva», osserva Biondi, «Assisi e L’Aquila si presentano al mondo come portatrici di speranza, innalzando insieme il vessillo del Perdono, presupposto morale e sostanziale per la pace. Il Premio del Perdono e l’accensione della lampada votiva ci raccontano di due comunità che si sono riconosciute e trovate in un abbraccio che sa di responsabilità e di volontà di progredire, insieme al Paese tutto, in una società dove l’umanità deve esserne il fondamento, la solidarietà il tratto caratterizzante e la speranza sempre viva».
Quello che oggi parte da Assisi è un messaggio per il mondo: «Il Premio del Perdono e l’accensione della lampada votiva ci raccontano di due comunità che si sono riconosciute e trovate in un abbraccio che sa di responsabilità e di volontà di progredire, insieme al Paese tutto, in una società dove l’umanità», conclude Biondi, «deve esserne il fondamento, la solidarietà il tratto caratterizzante e la speranza sempre viva».
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