Gli imprenditori: stranieri non sfruttati

20 Luglio 2012

Dannati del Fucino a 30 euro a notte, Ciaccia (Cotof): in moltissime aziende gli immigrati sono regolarizzati

AVEZZANO. «Stiamo buttando il sangue per portare avanti il lavoro nei campi nel pieno rispetto della legge, ma dobbiamo combattere contro la crisi e la burocrazia». Il presidente del Co.t.o.f. (Consorzio di tutela e valorizzazione dei prodotti orticoli del Fucino) Aniceto Ciaccia non ci sta che gli imprenditori passino come “padroni sfruttatori” della manodopera. Difende la categoria puntualizzando, come tanti altri, che la difficile realtà emersa dall'inchiesta sul lavoro notturno nel Fucino (con operai disposti a lavorare da mezzanotte alle 9 del mattino per 30 euro) rappresenta solo una delle molteplici facce di una realtà geografica che fa capo a 12 Comuni, dove si concentrano oltre 1.100 aziende agricole regolarmente registrate e in regola con gli adempimenti fiscali e tributari.

IL LAVORO. Certo è che una cosa è il lavoro stagionale, con dipendenti regolarizzati per due-tre mesi almeno, altra cosa è il sommerso del lavoro occasionale. È qui che entrano in gioco i numerosi braccianti immigrati presenti nella zona. «Stimiamo una presenza di almeno 1.500-2.000 immigrati nella zona», spiega il direttore di Confagricoltura L’Aquila, Stefano Fabrizi, «una percentuale consistente rispetto ai circa 6mila operai impiegati nelle aziende della Marsica».

I FLUSSI. La presenza di questi lavoratori stranieri è regolarmente censita nelle pratiche di assunzione. Ben più difficile è monitorare gli incarichi occasionali, dove spesso vengono coinvolti immigrati sprovvisti del permesso di soggiorno o in attesa della prossima sanatoria, a partire da metà settembre. «Sono situazioni difficili», commenta Maria Sabatini, titolare di un'agenzia che favorisce l'inserimento e l'integrazione degli stranieri nella Marsica. «Spesso le persone sprovviste del permesso di soggiorno sono le più ricattabili, devono accettare qualsiasi condizione in una gara che, sugli impieghi occasionali, è un gioco al ribasso».

I tempi sono cambiati, ancora dieci anni fa, gli stranieri non erano tantissimi e potevano negoziare le condizioni di lavoro; ora invece c'è da fare i conti con un mercato del lavoro sempre più saturo e con una concorrenza spietata. C'è da dire, però, che la maggior parte delle aziende preferisce muoversi regolarmente, con assunzioni stagionali mirate, anche perché i controlli sono sempre più all'ordine del giorno. Martedì, ad esempio, il personale della polizia di Stato del Commissariato di Avezzano, coadiuvato dal personale dell'Ufficio stranieri della questura dell'Aquila e della Direzione provinciale del Lavoro, ha effettuato un controllo straordinario del territorio per verificare la posizione lavorativa, in alcune ditte agricole in zona. Il controllo, iniziato alle prime ore della mattinata, si è svolto nei territori comunali di Avezzano e di Luco dei Marsi e ha interessato le maestranze di 4 imprese agricole. Nel corso delle attività identificati oltre 40 cittadini extracomunitari, di origine magrebina e 10 cittadini comunitari. Erano tutti impegnati nella raccolta dei prodotti ortofrutticoli. Gli stessi, in questo caso, sono risultati in regola con la normativa vigente in materia di permesso di soggiorno.

«NIENTE DA NASCONDERE». «La mia azienda non ha niente da nascondere», incalza Ciaccia, «con me lavorano 25 braccianti stranieri dalle 5 di mattina fino all'una, i campi non danno alternativa. Loro si trovano bene e chiedono anche di fare gli straordinari, così come gli operai che lavorano in magazzino». Ciaccia ci tiene a sottolineare di non avere alcuna intenzione di arricchirsi alle spalle del prossimo. «Quello che desidero è fare una vecchiaia dignitosa, per coronare tanti anni di sacrifici».

DISOCCUPAZIONE. E poi c’è la questione dei braccianti agricoli senza disoccupazione, che riguarda anche tanti lavoratori stranieri. Il segretario della Flai Cgil provinciale, Marcello Pagliaroli, si appella alla Direzione provinciale dell’Inps: «Il pagamento è fermo da tempo, in attesa della definizione delle indagini in corso degli ispettori Inps riguardanti la diversa tipologia di contribuzione versata da molte imprese agricole e trattenute regolarmente in busta paga ai lavoratori agricoli questa situazione sta creando non pochi problemi agli uffici dell’Inps che si vedono quotidianamente arrivare agli sportelli decine e decine di braccianti che chiedono le motivazioni del mancato pagamento della disoccupazione.

(ha collaborato

Eleonora Berardinetti)

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