Gli industriali: più infrastrutture

E gli artigiani chiedono un ruolo chiave nella ricostruzione dell'Aquila

PESCARA. Puntare sulle opere infrastrutturali - porto di Ortona e aeroporto d'Abruzzo su tutti, oltre alle opere di miglioramento complessivo della viabilità - per predisporsi al rilancio economico dell'Abruzzo. Sono le priorità ribadite dagli industriali, e che saranno illustrate mercoledì nel corso di una conferenza convocata a Pescara dal presidente di Confindustria, Mauro Angelucci, con i vertici provinciali dell'associazione.

Un documento in fase di elaborazione per precisare proposte e richieste in materia di programmazione economica, infrastrutture, ricostruzione post sisma, riforma della pubblica amministrazione, lavoro giovanile e fiscalità, sarà presentato al mondo istituzionale e politico, oltre che alle componenti attive della società regionale che si sono associate nel Patto per lo Sviluppo, la cui consulta sarà riunita molto probabilmente giovedì in vista delle deliberazioni del Cipe promesse dal ministro Raffaele Fitto entro settembre.

E se gli industriali concentrano lo sforzo di elaborazione creativa sugli interventi infrastrutturali, ricordando gli impegni annunciati dal ministro Altero Matteoli, il mondo degli artigiani e della piccola e media impresa punta l'obiettivo su altre emergenze regionali.

A partire dalla ricostruzione dell'Aquila, considerata come l'unico, autentico volano capace di far ripartire l'Abruzzo, per passare alla necessità, definita imprenscindibile, di proseguire l'opera di riforma in campo sanitario. A spiegare le linee guida delle principali associazioni artigiane sono i direttori di Confartigianto, Daniele Giangiulli e Graziano Di Costanzo (Cna), secondo i quali, in via preliminare, sono tre i quesiti fondamentali che il presidente Chiodi deve porre al governo: questi fondi sono disponibili? E se ci sono a quanto ammontano, quando saranno utilizzabili? «Con l'emendamento votato in Senato, l'Abruzzo è riuscito a far valere le proprie ragioni. Adesso la politica deve dare risposte sulla reale quantità di risorse che arriverà, non possiamo più perdere tempo. Una volta compreso quale sarà il reale stanziamento, potremo ragionare su come utilizzare e dove indirizzare i fondi».

Ma in tempi di crisi profonda, anche per gli artigiani è importante investire su una migliore viabilità per incentivare gli investimenti in Abruzzo. «Di pari passo», prosegue il direttore di Confartigianato, «deve andare avanti la promozione turistica con le eccellenze regionali: parchi, mare e artigianato artistico». Per Giangiulli, fondamentale è l'avvio della ricostruzione all'Aquila, nella quale però «andrebbero coinvolte imprese locali e artigiani, con gare d'appalto che garantiscano una presenza percentuale di ditte abruzzesi».

«Siamo in attesa», avvisa Di Costanzo, «che il governatore comunichi la data ufficiale del vertice con il governo. Naturalmente, speriamo che in quella sede saranno definite una serie di questioni pendenti, dai Fas alle risorse del Masterplan e quelle del Piano strategico sulle infrastrutture. Una situazione complicata che sarebbe meglio sbloccare al più presto. Chiodi deve capire quale sia la effettiva disponibilità del governo».

Come Cna avete pronta qualche proposta da portare al tavolo del Patto per lo sviluppo? «I 612 milioni del Fas, il miliardo e oltre del Masterplan e il Patto infrastrutture firmato da Chiodi e Berlusconi nel 2009, già al loro interno prevedono progetti declamati, che a noi vanno bene, come la costruzione di strade, ponti e metanodotti. L'unica cosa importante in questo momento è definire la quantità delle risorse. Parlare di come spendere soldi, che magari non ci sono, sarebbe fare accademia. Solo una volta chiarita la quantità di denaro disponibile potremo valutare il modo migliore per spenderlo».

Per rilanciare l'economia e far ripartire lo sviluppo, Di Costanzo parte dalla ricostruzione dell'Aquila: «Andrebbe già bene se si cominciasse la cosiddetta ricostruzione pesante del capoluogo, sarebbe di sicuro il volano per una stagione di sviluppo. Ne trarrebbero beneficio le piccole e micro imprese, perché sarebbero principalmente gli artigiani a occuparsi dei lavori. Attualmente», prosegue Di Costanzo, «il problema principale delle piccole e micro aziende, che non hanno la possibilità di rapportarsi con i mercati esteri, è la grave crisi della domanda interna. Se venissero messe a frutto le risorse di Fas, Masterplan e Piano infrastrutture si riattiverebbe tutto il sistema economico regionale e di conseguenza migliorerebbero le condizioni per chi opera in Abruzzo».

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