Gli spara all’addome per uno sfottò

Tentato omicidio, preme il grilletto dopo la frase "Mi fai un baffo". L’arrestato di 62 anni armato di pistola e di un fucile rubato
CASTIGLIONE M. RAIMONDO. Più che un debito c’è uno sfottò dietro il tentato omicidio di Castiglione Messer Raimondo. «Mi fai un baffo, sono più giovane di te» è la frase pronunciata da Angelo De Sanctis, 43 anni di Elice, verso Livio Castagna, 62 anni di Castilenti. Il tutto davanti a diverse persone presenti nel bar di Piane di Castiglione. Sono le 20,30 di mercoledì quando il dramma si consuma: Castagna preme il grilletto e ferisce all’addome il rivale.
Il tutto avviene davanti a diverse persone presenti in un bar di Piane di Castiglione. Gli attimi terribili del tentativo di omicidio sono stati ricostruiti ieri mattina dai carabinieri di Giulianova.
E’ solo per un caso, anzi per il pronto intervento di alcuni testimoni, che i due siano ancora in vita.
IL MOVENTE. E’ mercoledì sera, il dramma si consuma. Poco prima Castagna aveva chiesto la restituzione di diversi prestiti in denaro rimasti nel tempo insoluti. Ma lo sfottò fa precipitare gli eventi. Castagna, sentitosi offeso, va via con un gesto di stizza. E in auto corre verso la sua abitazione di Castilenti per armarsi.
RIESCE CON LA PISTOLA. Il sessantaduenne, con tanta rabbia in corpo per la frase di De Sanctis, afferra una pistola Smith & Wesson a tamburo calibro 32 e con matricola abrasa. L’arma è nascosta in un incavo realizzato sotto il tavolo della cucina e tornato di nuovo a Castiglione.
Angelo De Sanctis è ancora lì, nell’area antistante il bar, e così Castagna non esita a puntare l’arma contro l’ex amico e ad esplodere un solo colpo. Il proiettile raggiunge l’addome dell’uomo che, nonostante la ferita e il piombo in corpo, si avventa su Castagna togliendogli l’arma dalle mani.
DISARMATO. Mentre De Sanctis, sanguinante e con l’intento di reagire, sta per esplodere con la stessa Smith & Wesson un colpo, viene disarmato da alcuni avventori del locale. Sul posto arrivano i carabinieri della stazione di Bisenti agli ordini del vice brigadiere Mariano Narcisi e della compagnia di Giulianova comandati dal capitano Luigi Dellegrazie e coordinati dal luogotenente Antonio Longo. Ma Livio Castagna, approfittando della concitazione, si dilegua in auto.
Angelo De Sanctis, soccorso dai presenti, viene invece trasportato all’ospedale San Massimo di Penne dal fidanzato della titolare del bar. L’intervento chirurgico, eseguito nella notte, ha reso possibile il recupero dell’ogiva del proiettile. Il referto medico parla di prognosi riservata per «ferita da arma da fuoco alla base emitorace sinistra con sospetta perforazione gastrica». Ma torniamo nel luogo del dramma.
CACCIA ALL’UOMO. Tredici carabinieri, comandati dal luogotenente Longo, si lanciano alla caccia di Castagna, conosciuto come “Livio di Castilenti”. Grazie ad alcune parole del ferito, i militari lo rintracciano alle 22,30. Si era barricato nella sua abitazione di Castilenti. Per entrare in casa e disarmare l’uomo i carabinieri forzano la finestra della camera da letto. Castagna si arrende subito. Lo arrestano con le accuse di tentato omicidio, porto abusivo di arma da fuoco, detenzione e porto illegale di munizioni, ricettazione e detenzione illegale di arma da sparo. Infatti, nel garage è stato rinvenuto anche un fucile da caccia monocanna calibro 28 rubato ad Atri nel 2001.
Prima di essere trasferito nel carcere di Teramo, Castagna viene anche sottoposto all’esame stub (versione moderna del guanto di paraffina). L’esito è positivo.
Il tutto avviene davanti a diverse persone presenti in un bar di Piane di Castiglione. Gli attimi terribili del tentativo di omicidio sono stati ricostruiti ieri mattina dai carabinieri di Giulianova.
E’ solo per un caso, anzi per il pronto intervento di alcuni testimoni, che i due siano ancora in vita.
IL MOVENTE. E’ mercoledì sera, il dramma si consuma. Poco prima Castagna aveva chiesto la restituzione di diversi prestiti in denaro rimasti nel tempo insoluti. Ma lo sfottò fa precipitare gli eventi. Castagna, sentitosi offeso, va via con un gesto di stizza. E in auto corre verso la sua abitazione di Castilenti per armarsi.
RIESCE CON LA PISTOLA. Il sessantaduenne, con tanta rabbia in corpo per la frase di De Sanctis, afferra una pistola Smith & Wesson a tamburo calibro 32 e con matricola abrasa. L’arma è nascosta in un incavo realizzato sotto il tavolo della cucina e tornato di nuovo a Castiglione.
Angelo De Sanctis è ancora lì, nell’area antistante il bar, e così Castagna non esita a puntare l’arma contro l’ex amico e ad esplodere un solo colpo. Il proiettile raggiunge l’addome dell’uomo che, nonostante la ferita e il piombo in corpo, si avventa su Castagna togliendogli l’arma dalle mani.
DISARMATO. Mentre De Sanctis, sanguinante e con l’intento di reagire, sta per esplodere con la stessa Smith & Wesson un colpo, viene disarmato da alcuni avventori del locale. Sul posto arrivano i carabinieri della stazione di Bisenti agli ordini del vice brigadiere Mariano Narcisi e della compagnia di Giulianova comandati dal capitano Luigi Dellegrazie e coordinati dal luogotenente Antonio Longo. Ma Livio Castagna, approfittando della concitazione, si dilegua in auto.
Angelo De Sanctis, soccorso dai presenti, viene invece trasportato all’ospedale San Massimo di Penne dal fidanzato della titolare del bar. L’intervento chirurgico, eseguito nella notte, ha reso possibile il recupero dell’ogiva del proiettile. Il referto medico parla di prognosi riservata per «ferita da arma da fuoco alla base emitorace sinistra con sospetta perforazione gastrica». Ma torniamo nel luogo del dramma.
CACCIA ALL’UOMO. Tredici carabinieri, comandati dal luogotenente Longo, si lanciano alla caccia di Castagna, conosciuto come “Livio di Castilenti”. Grazie ad alcune parole del ferito, i militari lo rintracciano alle 22,30. Si era barricato nella sua abitazione di Castilenti. Per entrare in casa e disarmare l’uomo i carabinieri forzano la finestra della camera da letto. Castagna si arrende subito. Lo arrestano con le accuse di tentato omicidio, porto abusivo di arma da fuoco, detenzione e porto illegale di munizioni, ricettazione e detenzione illegale di arma da sparo. Infatti, nel garage è stato rinvenuto anche un fucile da caccia monocanna calibro 28 rubato ad Atri nel 2001.
Prima di essere trasferito nel carcere di Teramo, Castagna viene anche sottoposto all’esame stub (versione moderna del guanto di paraffina). L’esito è positivo.
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