"Ho tolto le macchinette, adesso guadagno anche di più"

Il barista che ha detto di no alle slot si racconta: "Non volevo più sentirmi responsabile della rivona di quelle persone. Una coppia perse 2.400 euro in poche ore"

TERAMO. Nel bar del piccolo paese che per primo, un anno e mezzo fa in provincia di Teramo, ha tolto le slot ribellandosi alla schiavitù del gioco in cui cadevano tanti amici e clienti, arrivavano persone a giocare soprattutto da fuori zona. Perché le persone del posto si vergognavano di farsi riconoscere sedute alle slot-mangiasoldi. Decine e decine di uomini e donne dipendenti dal gioco d'azzardo che passavano le loro ore a supplicare o inveire contro le macchinette elettroniche che per tutta risposta inghiottivano soldi. Il barista li ha visti piangere e disperarsi fino a sentirsi responsabile per la deriva della loro vita. E così, ha staccato la spina alle slot che nel suo locale, non troveranno più un posto.

La sua scelta ha suscitato, a catena, una serie di ribellioni alle slot da parte di altri baristi in provincia e in regione. Oggi, però, vuole evitare di far risuonare di nuovo il suo nome sulla stampa, si sente «stanco» dai rumors intorno alla sua storia di nemico delle slot, e racconta così quella decisione.

Signor Rossi (il nome è di fantasia), tornerebbe indietro?

«No, nel mio locale non metterò mai più le slot. Toglierle è stata una decisione programmata da tempo, non mi andava più giù per tutto quello che comportavano. Le abbiamo tolte prima di rinnovare il locale, nell'aprile 2012. Ora sono libero, mi davano un lavoro extra: o fai soltanto una sala slot e ti metti in un gabbiotto chiuso per gestire chi gioca, oppure non è possibile far andare avanti pure il locale. Anche perché i giocatori non consumano, pensano solo a giocare, giocare.... Mi sentivo responsabile della distruzione della vita di quelle persone».

I guadagni erano più alti con le slot?

«Non proprio. Quando a fine anno mi ritrovavo ad avere intascato 20-35mila euro ma poi il fisco se li riprendeva in gran parte, che lo facevo a fare? E poi mi dava una selezione di clienti non proprio positiva. Adesso ho tolto le macchine e ho aumentato la clientela “normale”, che prende un aperitivo e si siede. Quindi faccio anche più guadagni».

Che cosa ricorda di quella situazione?

«La dipendenza assoluta delle persone dal gioco. Non dimenticherò mai la coppia di coniugi che lasciò alle slot 2.400 euro in 4-5 ore». (m.g.)

©RIPRODUZIONE RISERVATA