I pazienti abruzzesi in fuga: «Pesante il saldo con le Marche»

9 Dicembre 2025

Il piano del centrodestra per i prossimi tre anni: «Accordi di confine per frenare la spesa». Le parole chiave del piano: “Contenimento”, “razionalizzazione” e “monitoraggio”

L’AQUILA. Le parole d’ordine sono “contenimento”, “razionalizzazione” e “ottimizzazione”, “monitoraggio”, “riorganizzazione” e “adeguamento”; non si dice mai taglio. Nelle 288 pagine del Defr (Documento di economia e finanza regionale), cioè il piano dell’amministrazione Marsilio per l’ultimo slancio di mandato, si parla (e tanto) della sanità abruzzese che, dal bilancio, drena almeno tre miliardi di euro. A fronte del disavanzo del 2024 a quota 92 milioni e della stima di un altro centinaio di milioni per il 2025, il capitolo degli ospedali si apre con una frase da ministero dell’ovvietà: «Un pilastro fondamentale dell’intera politica sanitaria è rappresentato certamente dall’attività di analisi e monitoraggio della spesa sanitaria a livello regionale». Giovedì dalle ore 10.30, nella commissione Bilancio convocata all’Emiciclo, è in programma una maratona di audizioni per esaminare la manovra: sei ore di riunioni, divise da un’ora per la pausa pranzo. Dopo la presentazione dell’assessore al Bilancio Mario Quaglieri di Fratelli d’Italia, tocca all’assessore alla Salute Nicoletta Verì (Marsilio Presidente) elencare le misure per la sanità.

IRPEF E DEFICIT

Il 2026 sarà l’anno del rialzo dell’Irpef sui contribuenti abruzzesi per coprire il deficit della sanità. In abbinamento alle tasse più alte, il piano del centrodestra prevede «una costante azione di consolidamento e di rafforzamento delle attività di monitoraggio dei costi e della qualità delle prestazioni erogate al fine di recuperare margini di efficienza, razionalizzare le risorse ed i costi, presidiare e mantenere le condizioni di equilibrio del sistema gestendo l’aumento dei costi senza un corrispondente aumento delle risorse disponibili».

SANZIONI ALLE ASL

La politica annuncia una stretta sulle quattro Asl abruzzesi secondo il principio “chi sbaglia paga”: il Defr parla di «potenziamento del sistema sanzionatorio regionale nei confronti delle Asl che rende più stringente il rispetto degli indirizzi regionali». Punizioni per chi non rispetta i tetti di spesa.

CONTROLLI SULLE MEDICINE

Il primo passo per tenere sotto controllo i conti degli ospedali è il «contenimento» della spesa farmaceutica «incentivando l’utilizzo dei farmaci a minor costo, biosimilari e a brevetto scaduto» e attraverso «adeguati strumenti di controllo dell’appropriatezza prescrittiva, in special modo per le categorie terapeutiche a maggior spesa e a maggior rischio di inappropriatezza».

I COSTI DI CURARSI FUORI

Altro capitolo è quello della mobilità passiva, cioè gli abruzzesi che vanno a curarsi fuori dalla regione. Sui viaggi della speranza, il Defr, nonostante porti la firma del centrodestra al governo da quasi sette anni, fotografa un’emergenza costante e dice testualmente: «La mobilità extraregionale per la Regione Abruzzo rappresenta una voce di bilancio di pesante negatività ed un costo sociale di forte impatto per gli assistiti in stato di bisogno». «Un saldo negativo molto pesante» emerge dal rapporto tra Abruzzo e Marche: con le Marche, spiega il Defr, l’Abruzzo «scambia soprattutto prestazioni di medio bassa specialità registrando una mobilità passiva altissima a fronte di un’attiva molto bassa che esita in un saldo negativo molto pesante». Il Defr spiega: «Nel caso delle Marche sono stati siglati appositi Accordi di confine con validità 2022-2024. Con altre Regioni sono stati avviati contatti che devono essere ancora finalizzati». Con il Lazio, l’Abruzzo «scambia prestazioni sanitarie di tutte le tipologie raggiungendo volumi molto alti, ma con un saldo esiguo tra attiva e passiva, quasi in pareggio». E l’obiettivo per mettersi al riparo dalle fatture dei confinanti è questo: «Stipulare Accordi di confine con la Regione Emilia-Romagna, con la Regione Campania, con la Regione Molise e con la Regione Lazio per il governo della mobilità interregionale». Ma dalle pagine del Defr sembra emergere che non ci sia ancora contezza sul perché gli abruzzesi vadano fuori regione a curarsi: «Bisogna procedere con l’identificazione delle prestazioni drg in fuga più frequenti e definizione di un piano per il recupero di tale tipologia di fuga».

LISTE D’ATTESA

Un altro obiettivo è ridurre le liste d’attesa: «L’obiettivo principale è dare concreta attuazione al principio di equità nell’accesso alle cure, attivando ogni possibile strumento per massimizzare l’offerta e vigilare sull’appropriatezza della domanda sanitaria». Tre i punti cardine: «Il rispetto del tempo massimo di attesa per almeno il 90% delle prestazioni traccianti di specialistica ambulatoriale»; «Recupero di efficienza nell’erogazione delle prestazioni di ricovero ospedaliero»; «Miglioramento dell’appropriatezza clinica, organizzativa e prescrittiva».

SOLDI PER IL PERSONALE

Anche il personale della sanità rappresenta un costo rilevante: «La programmazione del personale nel servizio sanitario regionale è un elemento cruciale per garantire l’efficienza e la sostenibilità dei servizi sanitari regionali», dice il Defr. Quindi, niente sì alle assunzioni ma soltanto se i conti lo permettono. Il Defr la spiega così: «Occorrerà, pertanto, creare un solido raccordo con: l’attuazione della rete ospedaliera e territoriale valutandone l’impatto economico finanziario per assicurare le risorse umane adeguate nel rispetto dei relativi tetti di spesa vigenti nonché, più in generale, l’assistenza di prossimità e un sistema sanitario più equo e accessibile».

SOGNO PNRR

Secondo il Defr, nel giro di appena quattro mesi, la sanità abruzzese avrà più strutture per accogliere i pazienti grazie ai lavori pagati con i fondi Pnrr. Il piano del centrodestra dice: «Entro il 31 marzo 2026 operatività delle 40 case di comunità; entro il 31 marzo 2026 operatività degli 11 ospedali di comunità; entro il 30 giugno 2026 conclusione dei 15 interventi di adeguamento antisismico; entro il 30 settembre 2026 la presa in carico in telemedicina di 14.643 pazienti». Tutto vero? Chissà. Il Pnrr, almeno finora, è stato un percorso a ostacoli e tante di queste opere non sono nemmeno partite. Sui ritardi, il Defr non dice niente.