<strong>Il referendum.</strong> Sul portone del municipio lo striscione «Giù le mani dal comunale»

I tifosi assediano il Comune

In 200 sotto la stanza di Brucchi, il sindaco non c’è

TERAMO. Il motto degli ultrà è appeso al portone chiuso del municipio. E’ uno striscione con la scritta «Giù le mani da Comunale», la frase simbolo del comitato delle 5mila firme che ieri pomeriggio è sceso in piazza per gridare che lotterà «fino alla morte» contro l’abbattimento del vecchio stadio per fare spazio al teatro. Ma il sindaco Maurizio Brucchi non ha risposto all’invito dei tifosi.

Non ha partecipato al confronto pubblico sul projetc financing, per il quale l’amministrazione ha già avviato la gara d’appalto da 42 milioni di euro. Così duecento tifosi hanno occupato la loggia sotto l’ufficio di Brucchi.

IL REFERENDUM. Gli ultrà, affiancati da alcuni esponenti di Rifondazione comunista, premono perché il referendum per salvare lo stadio si faccia subito, prima della conclusione dellla gara d’appalto che spianerà la strada alla costruzione del teatro, dei parcheggi sotterrani e dei 150 appartamenti. «Abbiamo raccolto cinquemila firme», gridano, «vogliamo rispetto».
Il rischio denunciato dai tifosi è che l’amministrazione faccia finta di nulla e ritardi l’avvio della consultazione popolare a dopo l’affidamento dei lavori. «Il referendum si deve fare entro il 5 maggio quando scadrà la gara», è l’ultimatum degli ultrà.

IL RICORSO. La data ultima per l’indizione della consultazione popolare è il 23 maggio, secondo lo statuto comunale. Se Brucchi non si pronuncerà entro quel termine, i tifosi presenteranno subito un ricorso al Tar.
«Ci rivolgeremo al prefetto», annunciato, «chiederemo che il sindaco sia rimosso dall’incarico per grave inadempienza di un obbligo di legge».

L’ASSENZA. Proprio la mancata presenza di Brucchi scatena le proteste più clamorose.
«Il sindaco dov’è?», urlano i tifosi, «fa solo passerelle in città per spiegare la raccolta differenziata».
Bordate anche nei confronti Valter Catarra, il presidente della Provincia che ha definito «una bruttura» il vecchio stadio.
«Ma chi è?», attaccano gli ultrà, «un personaggio di Notaresco che viene a parlare dei fatti nostri a Teramo».

INTERNET. Per i tifosi il teatro è uno «spechietto per le allodole» destinato a sviare l’attenzione dalla speculazione edilizia che consentirà a un privato di cementificare con 150 appartamenti l’area dello stadio, da presevare invece come bene pubblico e che considerano come una mamma: «N’s tocc».
La loro battaglia prosegue anche sul sito internet www.contraccolpo.net nel quale campeggia l’immagine di Bruno Iaconi, il supertifoso scomparso un anno e mezzo fa.

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