«I western di Valerii sempre attuali» Parola di Gemma

14 Marzo 2010

Una serata nel segno del western all’italiana, con Giuliano Gemma e Tonino Valerii. L’attore romano e il regista teramano sono stati, nei giorni scorsi, a Teramo, i protagonisti di un incontro promosso dalla Fondazione De Victoris-Medori De Leone e dall’Istituto professionale Di Poppa. Gemma e Valerii hanno animato nel pomeriggio una conversazione sul western e non solo, rievocando i film girati insieme e il loro lungo sodalizio, professionale e umano: «I giorni dell’ira», «Il prezzo del potere», gli episodi della fiction Rai «Caccia al ladro d’autore» fino a «Un bel dì vedremo», film in alta definizione per la televisione giapponese.

Al termine della cena a tema (carni di bisonte e di struzzo e gli immancabili fagioli) preparata dagli studenti dell’Istituto alberghiero, e dopo le premiazioni («Qui a Teramo è sempre Natale. Ogni volta riparto carico di pacchi!», ha ringraziato Giuliano Gemma, con in mano targhe e riconoscimenti), l’attore ha rilasciato al Centro l’intervista che segue, continuamente interrotta dalle richieste di autografi e fotografie da parte di una folla di ammiratrici di tutte le età, affascinate dallo charme senza tempo del 71enne interprete.

E’ vero che il suo incontro con Tonino Valerii è avvenuto in modo curioso, dopo un inseguimento?
 
«Sì, io ero in bicicletta per le strade di Roma e avevo notato questa macchina che mi seguiva da un po’. Dopo vari colpi di clacson mi fermai, allora il conducente scese e si presentò come Tonino Valerii. Mi chiese se avevo avuto il copione dei Giorni dell’ira, se mi aveva chiamato qualcuno dalla produzione del film. Io invece non ne sapevo niente, nessuno mi aveva ancora contattato. Alla fine Tonino mi mise in mano il copione. Fu insomma lui a volermi fortemente per quel film, che fu un impegno faticoso ma di grande soddisfazione. I giorni dell’ira fu un grosso successo».

Com’è stato il rapporto con Valerii, dal punto di vista professionale e dal lato umano? E cosa ha apprezzato maggiormente del Valerii regista?
 
«In primo luogo vorrei sottolineare il lato umano, perché Tonino è una persona affabile, con cui non si può non essere amici. Dal punto di vista professionale spicca la sua preparazione tecnica, il talento per l’inquadratura. Lui è un regista che sa sempre dove piazzare la macchina da presa, e che al momento di girare ha le idee chiare. La qualità maggiore è la sua capacità di spiegarti il personaggio, però senza prevaricare mai il lavoro dell’attore».

Cosa pensa della rivalutazione del western all’italiana e del film di genere? Pensa che film come I giorni dell’ira o Il prezzo del potere siano ancora attuali?
 
«I film western e d’avventura sono sempre attuali, non hanno una data di scadenza, sono film in costume, non paragonabili al giorno d’oggi. E poi l’azione affascina sempre. Inoltre, in questi film si combatte una lotta del bene contro il male, una lotta in cui lo spettatore si identifica, perché tutti in fondo abbiamo un nemico. Per lo spettatore è un modo per scaricarsi psicologicamente. Per quanto riguarda i due western girati con Valerii trovo che reggano bene tuttora, perché erano ben fatti, con una grande cura nel disegno psicologico dei personaggi».

Lei ha un passato da atleta. L’abitudine allo sport e la sua prestanza fisica le hanno consentito di rifiutare sempre la controfigura nelle scene più rischiose.
 
«Non solo, io ho iniziato facendo proprio la controfigura degli altri. I miei primi lavori nel cinema sono stati ingaggi da stuntman, da acrobata. Questo grazie ai tanti sport praticati da ragazzo. Avevo iniziato con la ginnastica artistica, una disciplina che avrei voluto continuare a praticare a livello agonistico, ma a 14 anni ero già troppo alto. Ma ho imparato molto a livello acrobatico. E poi ho fatto pugilato, tuffi, paracadutismo».

Ora è in tv nella fiction «Capri». Come si è trovato in questa serie?
 
«Bene, questa fiction non è male, è migliore di tanti altri prodotti televisivi. Ha un alto gradimento. Ci sono giovani attori bravi e trovo che il mio sia un ruolo giusto. Certo, se guardo indietro, vedo nella mia carriera cose più importante della fiction di oggi. Ma è importante per un attore fare anche questo».

Recentemente ha avuto proposte cinematografiche?
 
«No, non ho avuto proposte. L’ultimo film che ho fatto è stato, ormai sette anni fa, Giovanna la pazza, un film diretto da un maestro del cinema spagnolo, Vicente Aranda. Di cinema ce n’è poco. Non vengo usato per i film di Natale, che richiedono un altro tipo di attore».

Va al cinema? Cosa la incuriosisce?
 
«Ultimamente ho visto Avatar. Però è un cinema lontano da noi, non abbiamo tutti quei milioni di dollari».