Il Centro su Twitter la realtà che cinguetta

Dopo Facebook un altro social network per il giornale.

PESCARA. L’uccellino Titti, che il Gatto Silvestro cerca, da mezzo secolo, di acchiappare e papparsi, in inglese si chiama Tweety, cinguettante più o meno. E sono un po’ dei cinguettii quelli che ospita Twitter, il social network fatto per comunicare fra persone che è l’alternativa a Facebook.
Dal 10 dicembre Twitter funziona anche in italiano. In coincidenza con lo sbarco nel Belpaese del social network più usato negli Stati Uniti anche il Centro è su Twitter.

Twitter è un servizio di social network e microblogging che fornisce a chi si iscrive una pagina personale che si può aggiornare tramite messaggi di testo con una lunghezza massima di 140 caratteri. Gli aggiornamenti possono essere effettuati tramite il sito stesso, via sms, con programmi di messaggistica istantanea ed email.

Detta così potrebbe sembrare complicato, ma usare il network - creato da Jack Dorsey, nel marzo 2006, per la Obvious Corporation di San Francisco - è semplice come scrivere un sms. Iscriversi al Twitter del Centro è facilissimo: basta andare sul sito internet del nostro giornale (all’indirizzo www.ilcentro.it), cliccare sull’icona del Centro su Twitter e, una volta trasportati sulla pagina del social network, iscriversi. Come? Registrandosi come su qualsiasi altro sito online: digitando la propria email e una password.

Da quando il nostro quotidiano «cinguetta» online sono già 44 i follower, cioè quelli che si sono registrati sul Twitter del Centro. Il numero di collegati non può essere paragonato con quello di Facebook, sul quale il nostro giornale è arrivato con la sua homepage da più di un mese raccogliendo ben 4.442 fan. Facebook, infatti, è presente in Italia da più di un anno e - stando anche alle analisi di esperti di Internet - sembra, finora, più adatto alla mentalità e alle propensioni ludiche degli italiani perché permette di postare - oltre ai messaggi scritti - video, foto e clip audio. Twitter, invece, è un network sociale esclusivamente scritto, che, per di più, pone un limite all’utente, penalizzante per chi scrive in italiano: ogni «tweet» (messaggio) inviato non può essere composto da più di 140 caratteri.

Tutto questo, però, non diminuisce il fascino e l’utilità di Twitter, che, più di Facebook, permette una comunicazione diretta ed essenziale, modellata sull’esigenza di trasmettere e mettere in circolo notizie; utile, dunque, soprattutto a chi vuole essere aggiornato su ciò che accade nel mondo, a partire dal proprio microcosmo cittadino.
La drammatica cronaca recente del terremoto all’Aquila ha dimostrato quanto questo sia vero. Chi, il 6 aprile era già collegato a Twitter, si è trovato, infatti, immerso in una rete fitta di messaggi via via più precisi e drammatici. Quando alle 3,32 arrivò la scossa devastante i «tweet» si fecero più frequenti.

Il Corriere della Sera ricostruì così, in un articolo, quel tam-tam: «“Terremoto” scrive telegrafico Vincenzo di Baggio dopo qualche secondo. E come lui anche Gustomela, “Svegliato da scossa di terremoto” e decine di utenti, soprattutto da Roma: “C’è appena stata una scossa di terremoto a Roma: ha dondolato il palazzo!!”. Anche in questo caso, la notizia non è stata ancora battuta dalle agenzie: “Svegliato dal terremoto, cerco subito informazioni su Twitter (e le trovo)”, scrive Daniele».

Piccoli «cinguettii» che, come pezzi di un puzzle, si incastrarono uno nell’altro, fino a comporre il quadro complessivo di quella tragica notte.