ABRUZZO

Il governo promette aiuti per la montagna in difficoltà

La richiesta dell'assessore regionale D'Amario: "Subito un piano di ristori". La ministra Santanché: "Quattro azioni sul tappeto". Si stimano 50 milioni di danni in tutti gli Appennini 

Un piano di aiuti immediato che sia rivolto a tutti gli operatori della neve, dagli impiantisti ai maestri di sci, fino a lavoratori che a causa della situazione climatica non si sono visti rinnovare i contratti di lavoro; è quanto proposto dal presidente della commissione Politiche turistiche della Conferenza delle Regioni, Daniele D’Amario, nella riunione con il ministro del Turismo, Daniela Santanchè alla presenza dei rappresentanti delle regioni dell’Appennino.

leggi anche: In montagna arriva il gelo dopo la prima (poca) neve: termometro fino a -12 gradi Arriva la prima neve sulle montagne ma per lo sci non basta

Si stimano 50 milioni di danni in tutti gli Appennini.  

“E’ necessario – ribadisce D’Amario – pensare ad un programma di aiuti che limiti i danni derivanti dal blocco forzato della turismo invernale per mancanza di neve”. Nella riunione è stato stabilito di far nascere un tavolo permanente tra le Regioni dell’Appennino e il ministro del Turismo “per far sì che si avviino tutte le azioni per portare l’Appennino ad essere macro destinazione turistica”.

Nella riunione, inoltre, il coordinatore del Turismo e gli assessori regionali hanno proposto per finanziare il piano straordinario di aiuti di svincolare le somme non spese dalle Regioni inserite nel decreto 41 che prevede aiuti alle imprese del turismo montano che hanno riportato danni economici a causa del blocco per Covid. Ma sui tempi di intervento per l’erogazione di aiuti, “si gioca – continua D’Amario – la partita più importante e decisiva, perché dobbiamo dare risposte immediate agli operatori. Il modello adottato con il precedente Governo quando abbiamo concordato ristori al turismo della montagna per il Covid, è un modello assolutamente ripetibile che ha garantito velocità e riduzione della burocrazia”.

La ministra Santanché, al termine dell'incontro, fa sapere di aver messo sul tappeto quattro azioni per aiutare la montagna in crisi.  "Abbiamo un fondo del ministero", dice, "per poter finanziare investimenti per gli impianti di risalita e sull'innevamento, e abbiamo deciso che possiamo ristornare gli investimenti che molte delle località danneggiate hanno fatto nel 2022".

Come secondo passo la ministra spiega di essere al lavoro "per vedere di potere liberare i fondi Covid che alcuni Regioni hanno in pancia, ma che non possono essere utilizzati per altre finalità. Vogliamo dare delle risposte anche agli stagionali, che comprendono in questo caso, ad esempio, anche i maestri di sci che sono una categoria che sta soffrendo moltissimo perché non hanno lavorato un'ora".

Infine la quarta misura: "Lavoriamo - spiega - anche su una misura del governo Monti, relativa al fatto che il 50% della riscossione dei Comuni doveva essere stornato per le zone disagiate, e invece in questo momento emergenziale sarebbe opportuno che queste risorse potessero rimanere sul territorio".

"l Governo è pronto a intervenire con «risposte entro breve, 2-3 settimane» ha spiegato Santanchè, perché «il tempo è una categoria per gli imprenditori fondamentale: vuol dir fare chiudere aziende e far perdere posti di lavoro". La ministra del Turismo ha aggiunto: "Ci hanno parlato di 50 milioni, ma ho chiesto alle Regioni singolarmente di fare delle stime precise, perché i danni potrebbero essere maggiori".