Il romeno che ha derubato la poliziapotrebbe essere il primo espulso

PESCARA. In Romania i reati sono scesi del 26 per cento, ma in Abruzzo crescono e a Pescara viene presa di mira perfino la polizia.
 E' successo mercoledì sera, nelle stesse ore in cui a Roma Giovanna Reggiani veniva aggredita, violentata e ridotta in fin di vita da un romeno di 24 anni che dal carcere, mentre Giovanna moriva, si ostinava a dire «Io rubo soltanto». Anche il romeno arrestato a Pescara dalla volante mercoledì sera ha rubato, e nello stabilimento balneare della polizia. Liquori e coltelli, il bottino trovato dagli agenti che poi hanno sorpreso a rubare nelle auto in sosta lui che, già libero, oggi potrebbe essere il primo a venire espulso dal prefetto con il nuovo decreto, e due moldavi mandati via secondo la vecchia normativa per gli extracomunitari. Ieri, nel giorno in cui in mezza Italia scattavano sgomberi e controlli e le associazioni dei romeni perbene si affrettavano a dire noi rispettiamo le regole e lavoriamo, il giudice di Pescara che ha convalidato l'arresto, ha rimesso in libertà i tre ladri per i quali il pm aveva chiesto la custodia cautelare, ravvisando da parte di Valentin Chirac, romeno di 30 anni, e dei moldavi Marcel Colnic, di 26 e Vladimir Prutenau, 21, il rischio di reiterazione del reato. Un rischio confermato dai fatti: quest'anno a Pescara è stato denunciato un romeno su sei. Una fotografia comune a quella dell'Aquilano dove il 70 per cento dei furti nel 2007 è stato commesso in massima parte da romeni, seguiti in piccola percentuale dagli albanesi e poi dagli slavi. Hai voglia a fare sgomberi, come i venti, su un'area complessiva di sessanta ettari, che polizia, vigili e Asl di Pescara hanno eseguito da inizio anno: i covi degli «invisibili» continuano a spuntare ovunque, come quello scoperto dal Centro ieri nel cuore di Pescara. E la percezione della sicurezza è ai minimi termini.
A PESCARA. Su 812 romeni registrati dall'Istat a Pescara, tra gennaio e settembre la polizia ne ha denunciati 141, arrestandone 29. Furti, carte di credito clonate (vedi la banda che clonava codici nei supermercati), induzione alla prostituzione (è di agosto l'operazione che tra Città Sant'Angelo e Silvi ha arrestato 4 romeni e un albanese accusati di far prostituire ragazzine tra i 14 e i 18 anni), sfruttamento dei minori nell'accattonaggio e occupazione abusiva: quest'anno due bambini trovati a vivere in tremende condizioni di degrado in accampamenti cittadini sono stati dati in affidamento, e 15 baby accattoni portati in centri di accoglienza. E in questi numeri non è compresa la coppia di romeni arrestata dai vigili pochi giorni fa per essersi impossessata della casa della vecchietta che accudivano, e che nel frattempo moriva in clinica, o i due romeni denunciati per favoreggiamento nei confronti dei loro aggressori. Quanto basta per far dire all'ex prefetto Giuliano Lalli, alla vigilia del suo pensionamento «che i romeni a Pescara sono diventati motivo di allarme sociale». Un primato scippato agli albanesi che, su 1.377 registrati dall'Istat, solo in dieci sono stati denunciati e, di questi, otto arrestati per stupefacenti, prostituzione e violenza.
ALL'AQUILA. La provincia aquilana, secondo l'Istat, ha il numero di romeni più alto della regione, 1.844. Per la questura il 70 per cento dei furti commessi sul territorio è opera dei romeni, ma per la maggior parte provenienti dai campi nomadi di Roma.
A CHIETI. Nel 2006 sono stati 34 i romeni denunciati nel Chietino, e sempre per furto. Un reato che nel primo trimestre del 2007 ha visto 5 nuovi comunitari finire nei guai.
A TERAMO. Niente da fare. La questura teramana è l'unica a non fornire dati al Centro: scrivete al Ministero.