Il voto punisce i 5 Stelle e le divisioni nei partiti

28 Maggio 2013

Sulmona va al ballottaggio con Ranalli e La Civita. D’Ottavio e D’Ambrosio sconfitti eccellenti. A Bussi il Pd perde la sfida con Rifondazione

PESCARA. Si può cominciare dall’affluenza per dire che l’Abruzzo ha battuto Roma per 7 a 5: per la precisione 69,95% contro il modesto 52,8% della Capitale. Dunque, nonostante la crescente disaffezione dell’elettorato per la politica, nei piccoli centri della nostra regione la democrazia partecipativa funziona. E funziona perché è ancora una democrazia a misura d’uomo, dove il candidato sindaco conosce il suo elettore, parla con lui, gli stringe la mano, soprattutto ne condivide la quotidianità. Con un candidato di Barete, Nocciano, Pietranico o Fallo si può ancora scambiare quella merce rara che è la fiducia, il vero combustibile (non inquinante) della politica e dell’economia.

Altro dato interessante, legato strettamente al discorso sulla fiducia, è il crollo del Movimento 5 Stelle. È stato detto che il pessimo risultato (9%) sia dipeso dal fatto che un movimento d’opinione si trovi obiettivamente in difficoltà in una tornata amministrativa. La realtà è che ieri i grillini hanno assaggiato, per la prima volta in Abruzzo, il pane duro del voto di preferenza. Fino a ieri era stato papà Beppe a masticare consenso. Lasciati soli si sono dimostrati deboli, inesperti e vulnerabili. L’elettore se deve protestare protesta, ma se deve scegliere da chi farsi governare, diventa accorto e un po’ conservatore. Tireranno un sospiro di sollievo Pd e Pdl, i maggiori partiti che si affronteranno alle regionali del prossimo inverno, dove lo scenario, stando a questi dati, sarà ancora bipolare.

Inoltrandoci nell’analisi dei singoli risultati, colpisce la vicenda di Alba Adriatica, dove il Pd dimostra di non aver capito che la divisione porta solo sventura. Qui il candidato ufficiale della coalizione Pd-Sel Ilaria Ceci (Progetto per Alba) si ferma al 9,01%, mentre Nicolino Colonnelli, candidato Pd alleato con Udc e Fratelli d’Italia tocca il 23%. Ed è il centrodestra a conquistare la poltrona di sindaco con Tonia Piccioni (27,13%). Da sottolineare il modestissimo 0,83% di Alba Dorata, una lista che si rifà a quella greca. Nel Teramano colpisce anche il risultato di Civitella del Tronto, dove vince la candidata sindaco Cristina Di Pietro, vicina all’assessore regionale Paolo Gatti. Nella lista sono presenti candidati vicini a due esponenti del Pd come Luciano D’Alfonso e Claudio Ruffini. Gatti ha sempre negato l’esistenza di un “laboratorio” politico con l’ex sindaco di Pescara, e in generale ha sempre escluso qualsiasi abboccamento con il centrosinistra. Probabilmente è vero. Ma nel suo territorio l’assessore sa giocare con abilità e fuori dagli schemi. Lo ha già fatto con successo a Martinsicuro e a Isola del Gran Sasso, lo ha fatto ora anche a Civitella.

Vanno segnalate ancora due sconfitte eccellenti. A San Valentino perde il sindaco uscente Pdl Angelo D’Ottavio a favore di Antonio Saia (Comunisti Italiani) consigliere regionale. A Pianella esce sconfitto il candidato dell’uscentee molto influente Giorgio D’Ambrosio (presente al voto come capolista). Scontro tutto interno alla sinistra a Bussi dove il candidato del Pd Luca Navarra perde il confronto con Salvatore Lagatta (Rifondazione comunista). Infine Sulmona va al ballottaggio con il candidato del centrosinistra Peppino Ranalli e il candidato del Pdl Luigi La Civita sostenuto da Paola Pelino. Ma il candidato scomparso Fulvio Di Benedetto risulta comunque secondo.

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