L'Abruzzo torna all'Accelerato

Treni a 30 chilometri orari e soste lunghe in mezzo alle campagne

PESCARA. Il treno-lumaca marcia in Abruzzo. Se ai convogli di Trenitalia che viaggiano nella regione fosse ancora associato il simbolo di progresso e dinamismo, l'Abruzzo starebbe fresco. Si ritroverebbe una regione da profondo sud, perché anziché di treni ad alta velocità (inarrivabili), di Eurostar (cancellati) e dei gloriosi indimenticati Rapidi, si può parlare di un ritorno dell'Accelerato, stando agli incredibili lunghi tempi di percorrenza, soprattutto nelle zone interne. Lo spunto lo fornisce l'Osservatorio mobilità della Federconsumatori elencando una serie di orari che fa compiere all'Abruzzo un bel salto indietro nel tempo.

Il treno 2374 Roma-Pescara, ad esempio, impiega 24 minuti a percorrere i 15 chilometri che separa Chieti da Pescara, su una linea che teoricamente consentirebbe una velocità media intorno ai 120 km orari. Ancora: il regionale 7327 arriva a Cocullo alle ore 6,50; qui incrocia il treno 7332, che arriva alle 6,54 e, invece di ripartire subito dopo (attorno alle 6,54-6,55), riparte alle 7,11, dopo una lunga sosta per consentire di ammirare il paesaggio dei serpari. C'è poi il treno 2376 che parte da Roma alle ore 18,35 e che, senza effettuare fermate intermedie, arriva a Tivoli alle 19,20: per percorrere 40 km su una linea che consente una velocità media intorno ai 110 km orari impiega 45 minuti.

«Il problema è che di casi di treni-lumaca in Abruzzo sono tantissimi», afferma il presidente Federcosumatori regionale Tino Di Cicco che cita anche il convoglio-modello: «Il regionale 3201 Teramo-Pescara ambisce al gradino più alto del premio della lentezza, da Montesilvano a Pescara, 7 km di binari, impiega ben 14 minuti, con una velocità media di 30 km orari, quando la linea consentirebbe una velocità media di 130 km orari».

Di Cicco domanda perché il treno sta rinunciando almeno in Abruzzo ad essere metafora della velocità, per consegnarsi a quella della lentezza? «Perché», prova a darsi una risposta, «conviene a Trenitalia».

I disservizi, l'assenza di garanzie nel contratto di servizio Regione-Trenitalia, il fatto che i passeggeri abruzzesi paghino di più le eventuali multe rispetto ad utenti di altre regioni (chi viene trovato senza biglietto in Abruzzo paga 200 euro, nelle Marche 5 euro) sono stati denunciati dal gruppo consiliare regionale del Pd. Secondo Di Cicco il problema della subordinazione delle istituzioni regionali a Trenitalia parte da lontano: «L'Abruzzo non ha mai avuto il Compartimento ferroviario e quando ha avuto una autonoma Direzione del trasporto ferroviario ha consentito che diventasse un luogo di transito per dirigenti interessati ad altro. Da noi i dirigenti sono sempre di passaggio; come possono tutelare i nostri interessi? Inoltre», conclude, «nell'assessorato ai Trasporti mancano specifiche competenze ferroviarie, e questo favorisce ancora di più Trenitalia quando deve stipulare contratti di servizio». (a.mo.)

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