Il settore delle piccole e medie imprese arretra per la prima volta dal 2000: particolarmente colpita la provincia di Teramo

L’anno orribile dell’artigianato abruzzese

Il rapporto della Cna: saldo negativo delle aziende, solo L’Aquila cresce per il terremoto

PESCARA. «Il 2009 è stato un anno orribile per l’artigianato». A dirlo è la Cna (Confederazione nazionale per l’artigianato e la piccola impresa) Abruzzo che, ieri a Pescara, ha illustrato il suo rapporto sui dodici mesi più brutti dell’ultima decade. Dopo dieci anni, infatti, il saldo tra iscrizioni e cancellazioni di imprese artigiane è negativo. Una flessione che - secondo la Cna - colpisce duramente soprattutto le province storicamente leader, come Teramo, mentre al contrario «l’effetto-terremoto determina nell’Aquilano una crescita senza precedenti, in particolare nel comparto edilizio: facendo del territorio provinciale il secondo d’Italia come tasso d’incremento».

La fotografia del 2009 è fornita dal Centro studi della Cna abruzzese, che ha analizzato e elaborato i dati diffusi da Movimprese, il sistema informatico di Infocamere.
Tra gennaio e dicembre dello scorso anno dice lo studio elaborato da Aldo Ronci per conto della Cna «il mondo dell’artigianato ha subito un decremento tra iscrizioni e cancellazioni di 134 unità (-0,37%) contro una crescita globale delle imprese che ha determinato un saldo attivo di 838 unità (+0,56%). Un risultato così negativo non si registrava, per l’artigianato (un settore che rappresenta circa il 17% del totale degli occupati abruzzesi, con 84mila addetti complessivi, frutto di 36mila 307 imprese, 11mila tra collaboratori e soci, 37mila dipendenti) da dieci anni».

A detta della Cna Abruzzo, presieduta da Italo Lupo, «per quanto possa apparire paradossale sarebbe stato di gran lunga peggiore se non fosse stato influenzato dal sisma del 6 aprile. Il terremoto, infatti, in provincia dell’Aquila ha determinato una vistosa crescita di nuove imprese artigiane, in particolare nel settore delle costruzioni». Una performance sottolineata da un incremento a tre cifre (+116), mentre tutti gli altri territori hanno fatto registrare decrementi più o meno vistosi: soprattutto Teramo (-181), ma anche Pescara (-64) e Chieti (-5).

Quanto ai settori economici, il grosso della caduta nel mondo dell’artigianato si concentra nelle attività manifatturiere (-94), oltre che in quello delle riparazioni degli autoveicoli e dei beni personali e della casa (-96), dei trasporti (-56); flessioni non compensate dagli incrementi registrati nelle costruzioni (+49), nella produzione alimentare (+44) e nei servizi (+32).

Secondo il direttore regionale della Cna, Graziano Di Costanzo, «se è vero che la Regione per il 2010 ha deciso di investire 9 milioni di euro per l’abbattimento degli interessi delle imprese, è vero anche si pone un problema serio di rapidità nell’utilizzo delle poche risorse disponibili».