L'Aquila, i parenti delle vittime "No ai rischi del processo breve"

28 Gennaio 2010

I comitati dei familiari delle vittime della Casa dello studente e del Convitto nazionale dell'Aquila hanno protestato contro il processo breve "vogliamo giustizia e temiamo che questa riforma impedisca di arrivare alla verità". La manifestazione si è svolta in concomitanza della cerimonia dell'anno giudiziario dell'Unione camere penali, tenutasi nel ridotto del teatro comunale

L’AQUILA. "Vogliamo giustizia per le giovani vittime del terremoto e temiamo che la riforma del processo breve impedisca di arrivare alla verità". Queste frasi hanno caratterizzato la protesta del comitato per le vittime della casa dello studente all'Aquila i cui componenti hanno manifestato la loro preccupazione in occasione della cerimonia di  inaugurazione dell'anno giudiziario dei penalisti che si è tenuto al ridotto del teatro comunale.

L'avvocato Simona Giannangeli, in rappresentanza dei famigliari e delle parti civili, ha rappresentato la preccupazione davanti a magistrati e avvocati e al termine del suo intervento c'è stata una vera e propria ovazione che ha commosso tutti. "Non sono stati morti del terremoto" ha detto l'avvocato, "ma morti a causa delle responsabilità  uname, come del resto la procura aquilana sta accertando. Noi siamo qui anche per destare un allarme rispetto alla riforma. Non siamo contrari in linea di principio che tutti abbiano un processo rapido ma siamo preccupati verso questo tipo di disegno di legge che metterebbe in pericolo i processi sui crolli".

Il momento più toccante della manifestazione, per quanto concerne la protesta del comitato delle vittime, si è avuto quando la  Giannangeli ha letto alcune frasi recuperate dal computer di Davide Centofanti, uno dei giovani morti sotto il crollo della casa dello studente. "Spero che il prossimo anno", ha recitato davanti all'uditorio, "sia diverso da quello precedente; mi auguro tanta felicità e di raggiungere i miei obiettivi; spero di passare la prossima sessione universataria".

"Davide non c'è più" ha commentato la Giannangeli visibilmente emozionata, "e non avrà possibilità di superare gli esami. E' per lui e per gli altri giovani come lui che continueremo la nostra battaglia". Antonietta Centofanti, portavoce del comitato va anche oltre. "Forse gli indagati sono ancora pochi" afferma "sarebbe il caso di cercare anche altre persone comunque responsabili di questa e altre tragedie. Comunque sabato andremo anche dal ministro Alfano. Vogliamo rappresentare anche a lui gli ostacoli che il processo breve, se approvato, comporterebbe per la nostra sete di verità che non è vendetta ma ricerca di giustizia". Accanto alla protesta del comitato c'è stata quella dei rappresentanti dell'associazione italiana familiari e vittime della strada.