L’Aquila rivuole il suo Raffaellola contesa della Visitazione

Il quadro della Visitazione preso dagli spagnoli nel 1655. L’Aquila chiede alla Spagna la tela. La responsabile dei Beni culturali sollecita un intervento del consiglio comunale affinché il dipinto torni anche in prestito

L’AQUILA. Il centro storico del capoluogo, rivuole la sua «Visitazione», il dipinto di Raffaello, originariamente custodito nella chiesa di San Silvestro e ora uno dei pezzi pregiati in mostra nel museo del Prado di Madrid. Il consiglio comunale viene chiamato in causa affinché chieda al governo spagnolo la restituzione del quadro.

Il direttore regionale per i Beni culturali e paesaggistici, Anna Maria Reggiani, facendo seguito ad anni di sollecitazioni da parte di istituzioni laiche e religiose, si è rivolta al consiglio affinché inoltri ufficialmente la richiesta per la restituzione del quadro, anche sottoforma di prestito annuale. Il dipinto, che raffigura la vergine Maria con Sant’Elisabetta, fu portato via nel 1655 dagli spagnoli durante l’occupazione dell’Aquila. La popolazione aquilana venerava il dipinto e si oppose al trafugamento, invano. «Poterlo riavere costituirebbe un’attrattiva importante per la città, che ha bisogno di ritagliarsi un circuito turistico che aiuti alla ricostruzione del centro storico dopo il sisma», ha spiegato la Reggiani in occasione dell’inaugurazione dei locali della Soprintendenza nell’edificio che ospitava il convento di Sant’Amico, alle porte della zona rossa.
Tanti gli appelli per la restituzione, anche on-line, che si sono susseguiti in questi anni.

Celebre la mobilitazione di padre Giuseppe De Gennaro, religioso e ispanista. Il dipinto era originariamente custodito nella cappella Branconio, dentro la chiesa di San Silvestro, dove è stata riprodotta una copia fedele. Proprio ieri, contestualmente alla XII Settimana della cultura, sono stati resi noti gli esiti della fase preliminare di messa in sicurezza di palazzo Farinosi-Branconi, prospiciente a San Silvestro. Gli interventi sono stati illustrati dalla squadra di restauro, diretta da Fernanda Falcon Martinez, insieme al project manager Liborio Fracassi e Giovanna Di Matteo, storico dell’arte. «Abbiamo lavorato in condizioni disagiate», ha detto Falcon Martinez, «dove i complessi problemi di intervento sulle opere danneggiate imponevano prontezza e capacità organizzativa». Per mettere in sicurezza gli ambienti maggiormente danneggiati sono state eseguite delle puntellature dei soffitti lignei, mentre alcuni ambienti all’interno delle sale sono stati attrezzati con scaffalatura per l’immagazzinamento sistematico degli affreschi e del materiale raccolto. Interventi condotti anche sul vicino Casino Branconi che ha riportato lesioni ed è stata messa in sicurezza con un massiccio puntellamento. Gli affreschi di scuola raffaellesca hanno subito gravi danni, ma sono ancora sulle pareti. Verranno avviati nelle prossime settimane inoltre, i lavori preliminari per il recupero della chiesa di San Pietro a Coppito, del XIII secolo, e di Palazzo Ardinghelli, edificato tra il 1732 e il 1743. Gli interventi saranno finanziati attraverso l’8 per mille ed il gioco del Lotto. Per l’avvio dei lavori a San Pietro, in una delle piazze più colpite del centro storico, sono stati stanziati 500mila euro; 1,5 milioni, invece, saranno impiegati per palazzo Ardinghelli.

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