La Asl vieta di mangiare i pomodori al cloro

Teramo, il primo test conferma la presenza di sostanze a rischio. Sospetti su un fitofarmaco

TERAMO. E’ ufficiale: i pomodori che odorano di varechina non si possono mangiare. La Asl, in una nota rivolta ai consumatori, li mette in guardia dal consumo di pomodori e passate che emanino un odore di cloro. Da fine agosto sono arrivate 15 segnalazioni di consumatori.

In realtà già da giugno gli agricoltori hanno avanzato i primi sospetti ai rivenditori di fitosanitari. Segnalazioni che questi hanno girato all’Arssa (agenzia per i servizi di sviluppo agricolo).

LE ISPEZIONI. Da qui sono iniziati i controlli sui produttori di pomodori. «Le ispezioni effettuate presso i produttori agricoli», informa il direttore del servizio di igiene degli alimenti e della nutrizione (Sian), Maria Maddalena Marconi, «hanno evidenziato che tutte le colture di pomodori erano state trattate con il prodotto fitosanitario fungicida “Volare” della ditta Bayer CropScience, nº di registrazione 13592 del 15.12.2008. Risultano rispettati gli intervalli di sicurezza (cioè i giorni che devono trascorrere tra il trattamento in campo con prodotti fitosanitari e la raccolta della derrata) e le indicazioni della etichetta. I produttori agricoli hanno riferito che il forte odore di sostanza chimica si avverte anche in campo ed aumenta ulteriormente passato l’intervallo di sicurezza».
Sono stati effettuati 6 campionamenti di pomodori, raccolti dopo 30-60 giorni dal trattamento con “Volare”, cioè trascorso l’intervallo di sicurezza, mentre un campione è stato raccolto dopo quattro giorni dal trattamento.

LE ANALISI. Tutti i campioni di pomodori sono stati inviati all’istituto zooprofilattico di Teramo per le analisi, che saranno pronte fra 15 giorni. Ma nel frattempo si è aperto un altro fronte. Da fine agosto sono cominciate ad affluire al Sian della Asl passate di pomodoro all’odore di varechina. In pratica si sono recati alla Asl coloro che hanno acquistato pomodori per fare in casa delle conserve. «Sono stati effettuati dall’Izs di Teramo», continua la responsabile del Sian, «esami organolettici su 15 campioni di passate sospette. Otto campioni di passata di pomodoro sono risultati non conformi per “presenza di un forte odore assimilabile a quello del cloro”. La ditta Bayer CropScience è a conoscenza del problema». In massima parte si tratta di pomodori “a pera” tipici dell’Abruzzo, tanto che sono stati oggetto di un progetto di recupero da parte dell’Arssa. Ma sono arrivati alla Asl anche altri tipi. La prevalenza del pomodoro a “pera” probabilmente è data dal fatto chè è più carnoso e quindi ha assorbito più prodotto.

L’ALLERTA. La Asl dunque invita chiunque avverta odore di varechina provenire dai pomodori o dalle conserve a rivolgersi al Sian. Medesimo invito è ai «i titolari di aziende agricole che hanno realizzato colture di pomodoro, trattate con il prodotto fitosanitario della Bayer CropScience». Per ora il Sian non ha adottato alcun altro provvedimento. Per il momento ci sono i risultati degli esami ispettivi organolettici sulle conserve. Si aspettano quelli delle analisi, fra una quindicina di giorni. Solo allora il Sian darà ulteriori istruzioni su che cosa fare con le passate “al cloro”.

LA FEDERCONSUMATORI. Diverse segnalazioni sono arrivate anche alla Federconsumatori. L’associazione annuncia che «avvierà contatti con la Bayer CropScience per l’apertura di un tavolo conciliativo per i rimborsi dei cittadini che hanno subito il danno, per evitare costi e lungaggini e intasare le aule dei tribunali. La Federconsumatori invierà un esposto alla procura dell’Aquila per valutare eventuali profili di responsabilità penale da parte dei responsabili dell’Arsaa che a quanto pare nulla hanno fatto per evitare tale problematica». Il responsabile provinciale di Federconsumatori, Pasquale Di Ferdinando chiede alla Asl quali provvedimenti saranno presi «per l’utilizzo del prodotto atteso che lo stesso è ancora nelle disponibilità degli Agricoltori e dei rivenditori. La Federconsumatori segnalerà all’associazione delle industrie di produzione conserve il caso affinché le stesse provvedano ad una verifica sui loro fornitori».