La Puccioni vince bando Uema rischia di perdere i fondi

L’azienda di Vasto premiata per un progetto di innovazione ecologica
PESCARA. Che siano plastiche o acido cloridrico usato, la parola d'ordine nell'Unione europea è ora «riciclo». Largo, quindi, a prodotti e processi che recuperano materiali o sostanze, prima destinati solo alla discarica. A sperimentare nuove idee da immettere sul mercato ci sono anche due progetti coordinati da aziende italiane, vincitori del bando «Eco-innovation» dell'Ue. Una di esse è la Puccioni di Vasto che ha presentato un progetto, intitolato Recogen, che prevede la costruzione di un impianto per «rigenerare» l'acido cloridrico che viene impiegato per trattare i pezzi di ferro che devono essere zincati. L'idea di fondo è quella di evitare lo smaltimento di un rifiuto della lavorazione del metallo, per produrre invece fertilizzanti.
«Facciamo chimica da 123 anni», spiega Mario Puccioni, amministratore delegato della società omonima di Vasto, «e con questo impianto possiamo recuperare circa 16mila tonnellate di acido cloridrico rigenerato e circa 4mila tonnellate di solfato di ferro con zinco».
Mario Puccioni è figlio di Cesare Puccioni, patron dell'azienda vastese, che, lo scorso 27 giugno, è stato nuovo presidente nazionale di Federchimica, l'associazione delle imprese del settore.
L'azienda che consegna l'acido cloridrico per la «ripulitura» può tornare a riprenderlo e, quindi, evita di comprarne di nuovo, mentre i'resti' del processo servono a produrre fertilizzanti da rivendere sul mercato.
«La nostra impresa», aggiunge Puccioni, «mette il know-how e la Ekip di Bolzano Vicentino la tecnologia».
Il problema ora è che il progetto rischia di perdere i circa 800mila euro a fondo perduto messi a disposizione dal bando europeo Eco-innovation se si dilateranno i tempi di autorizzazione della Regione Abruzzo. A livello europeo infatti la pratica andata avanti in maniera spedita, a livello locale, invece, si è in attesa di risposte.
«Da aprile attendiamo notizie dagli organismi regionali, sperando in un'accelerazione della macchina amministrativa, in modo da chiudere il procedimento e tenere alta la bandiera del sistema Italia», spiega Puccioni.
L'altro progetto italiano vincitore del bando Eco-innovation è l'Ecoplasbrick, coordinato dal consorzio Cetma di Brindisi, che si occupa della produzione di un pannello per «facciate ventilate», utilizzato soprattutto per il rivestimento esterno di grosse costruzioni, e di «pavimenti galleggianti», che servono a ottenere un'intercapedine per nascondere cavi elettrici, telefonici, tubi della climatizzazione.
«Facciamo chimica da 123 anni», spiega Mario Puccioni, amministratore delegato della società omonima di Vasto, «e con questo impianto possiamo recuperare circa 16mila tonnellate di acido cloridrico rigenerato e circa 4mila tonnellate di solfato di ferro con zinco».
Mario Puccioni è figlio di Cesare Puccioni, patron dell'azienda vastese, che, lo scorso 27 giugno, è stato nuovo presidente nazionale di Federchimica, l'associazione delle imprese del settore.
L'azienda che consegna l'acido cloridrico per la «ripulitura» può tornare a riprenderlo e, quindi, evita di comprarne di nuovo, mentre i'resti' del processo servono a produrre fertilizzanti da rivendere sul mercato.
«La nostra impresa», aggiunge Puccioni, «mette il know-how e la Ekip di Bolzano Vicentino la tecnologia».
Il problema ora è che il progetto rischia di perdere i circa 800mila euro a fondo perduto messi a disposizione dal bando europeo Eco-innovation se si dilateranno i tempi di autorizzazione della Regione Abruzzo. A livello europeo infatti la pratica andata avanti in maniera spedita, a livello locale, invece, si è in attesa di risposte.
«Da aprile attendiamo notizie dagli organismi regionali, sperando in un'accelerazione della macchina amministrativa, in modo da chiudere il procedimento e tenere alta la bandiera del sistema Italia», spiega Puccioni.
L'altro progetto italiano vincitore del bando Eco-innovation è l'Ecoplasbrick, coordinato dal consorzio Cetma di Brindisi, che si occupa della produzione di un pannello per «facciate ventilate», utilizzato soprattutto per il rivestimento esterno di grosse costruzioni, e di «pavimenti galleggianti», che servono a ottenere un'intercapedine per nascondere cavi elettrici, telefonici, tubi della climatizzazione.
© RIPRODUZIONE RISERVATA