Paolucci denuncia: «Sanità, il piano di rientro è fallito»

22 Agosto 2025

Il capogruppo del Pd al con Consiglio regionale torna ad attaccare la maggioranza: «Ho avuto le carte, il governo mente. Il disavanzo peggiora»

PESCARA. «Finalmente ho ricevuto i conti economici delle Asl al secondo trimestre 2025: nessuna di queste sta conseguendo l’obiettivo della riduzione dei costi operativi del 2% che era anche il principale pilastro su cui si basava il programma operativo presentato ai ministeri lo scorso luglio». Così il capogruppo del Pd al Consiglio regionale Silvio Paolucci che, carte alla mano, torna ad attaccare a testa bassa la maggioranza sul tema più spinoso della legislatura: la sanità. Senza giri di parole, il dem denuncia che il programma operativo per rientrare dal disavanzo milionario del sistema sanitario «è già fallito. Nient’altro che l’ennesimo segno dell’irresponsabilità del governo».

Paolucci, ci fa il punto della situazione?

«L’obiettivo di imporre alle Asl un taglio di 56,5 milioni, pari cioè al 2%, non sarà raggiunto. Dire il contrario non solo è irrealistico, ma anche pericoloso. L’assessore Nicoletta Verì continua a parlare di un deficit che nel 2025 è sceso da 128 a 90 milioni, ma la situazione che emerge è totalmente diversa. Dai riscontri che sto avendo il disavanzo 2025 è vicino ai 128 milioni e rischia persino di appesantirsi, nel caso in cui non trovassero conferma gli obiettivi di maggiori entrate o di riduzione dei costi derivanti dall’Adi, dal Pay-back o dal calcolo delle prestazioni ad alta complessità e mobilità. Insomma, la situazione è fiori controllo».

Sta sostenendo che la giunta mente?

«Il governo Marsilio ci ha già abituati a nascondere la realtà, basti pensare che durante la discussione del bilancio di previsione 2025 hanno verbalizzato in commissione che, per coprire il disavanzo sanità 2024, sarebbero stati necessari 20 milioni di euro. Alla fine, il disavanzo è diventato di quasi 200 milioni di euro e le necessarie coperture di 113: nel giro di 100 giorni i numeri si sono moltiplicati esponenzialmente. È questo il balletto di cifre di una giunta che si rivela bugiarda e irresponsabile. La conseguenza di tutto ciò non poteva che essere mettere in fretta e furia le mani in tasca ai cittadini per oltre 40 milioni e procedere a tagli sul bilancio della Regione da 46 milioni sul triennio, oltre a quelli previsti sul sistema sanitario regionale.

Stupisce sentire una narrazione così diametralmente opposta tra maggioranza e opposizione su dati economici, numerici.

«Guardi, a pagare il prezzo di tutto ciò, alla fine, sono e saranno sempre i cittadini e gli operatori del settore sanitario. Pensiamo ai tagli ai servizi, con ospedali in affanno, carenza di farmaci – al di là di ciò che dice il presidente – pronti soccorso senza personale, interi territori privati di assistenza, da quella territoriale a quella della rete di emergenza urgenza. E se a ciò aggiungiamo i tagli fatti ai medici di medicina generale e al salario accessorio ecco che il risultato è un cortocircuito generale del sistema, che si estende dall’offerta del servizio al dipartimento tecnico».

Si riferisce al possibile avvicendamento ai vertici del dipartimento sanità?

«È sotto gli occhi di tutti lo scontro tra politica e tecnici che non possono sostenere finzioni come quelle propagandate da Marsilio. Professionisti vengono mandati via dal dipartimento Sanità mentre qualcuno, a partire dai dg complici di questo disastro, assomma premi di produttività davvero incomprensibili».

Quali saranno i prossimi sviluppi?

«A settembre ci sarà un nuovo appuntamento con il tavolo di monitoraggio ministeriale a Roma, dove la verità sui conti emergerà senza possibilità di maquillage. Dopo essere stati inadempienti per anni, senza mai aver presentato un programma operativo, l’ultimo, ovvero l’unico presentato sarà messo sotto accusa, perché una volta fatti i conti sarà evidente che il piano di rientro è fallito. Secondo me, però, il peggio deve ancora venire».

A che si riferisce?

«Al bilancio di previsione 2026/2028. Fino al 2024, l’exttra gettito Irpef derivante dalle maggiorazioni delle aliquote (130 milioni di euro fino al 2024 e ora 170 dopo l’aumento delle tasse) finanziava il bilancio della regione e dunque cultura, agricoltura, fauna selvatica, trasporti, sociale, parchi e ambiente. Ma ora che serve quasi interamente al risanamento del deficit e al rispetto del Patto di stabilità, come finanzieranno i vari settori della Regione?».