Le imprese: bilancio insufficiente
La Confartigianato annuncia lo stato di agitazione della categoria
PESCARA. Cresce il grido di allarme delle imprese abruzzesi per una situazione «sempre più difficile, che rischia di far morire l'Abruzzo», alla vigilia della maratona del Consiglio regionale che, iniziata stamattina, dovrebbe concludersi venerdì all'alba con la votazione sul bilancio. E' proprio il bilancio, d'altronde, ciò che più preoccupa, in quanto «non contiene misure per la crescita, l'occupazione, lo sviluppo». Minaccia addirittura lo stato di agitazione dell'intera categoria, «con manifestazione pubbliche e di piazza, per salvaguardare gli interessi delle imprese», il direttivo di Confartigianato Abruzzo, che ieri mattina ha inviato una lettera al presidente della Regione, Gianni Chiodi, all'assessore alle Attività produttive, Alfredo Castiglione, e a tutti i consiglieri regionali. Nel documento firmato dal presidente dell'associazione Angelo Taffo, si chiede con urgenza che «il governo regionale intervenga nell'effettuare i tagli della politica e nell'eliminare gli sprechi e mal gestione della sanità».
La confederazione degli artigiani sollecita dunque la classe politica e si aggrappa alla liquidazione del saldo del contributo in conto interessi delle spettanze relative all'anno 2009 entro il 31 gennaio 2012, «l'unica ancora di salvataggio per le imprese abruzzesi». Altri punti fondamentali sono lo stanziamento del contributo in conto interessi per gli anni 2010 e 2011 e il rifinanziamento degli strumenti agevolativi di Artigiancassa, «che non riescono più a soddisfare le domande delle imprese artigiane abruzzesi».
Secondo l'associazione, nel bilancio «ancora una volta non si evincono stanziamenti a favore dell'artigianato e del sistema produttivo abruzzese, ma solo un aumento delle imposte che continuerà a far restare la Regione la prima d'Italia per pressione fiscale. Non possiamo continuare a tollerare» conclude la lettera «che il bilancio sia quasi totalmente assorbito dalla sanità, a discapito dell'economia reale, di chi produce vera ricchezza ed occupazione».
Parole analoghe arrivano da Graziano Di Costanzo, direttore della Cna regionale, la Confederazione nazionale dell'Artigianato e della piccola e media impresa. «Per il terzo anno consecutivo», afferma Di Costanzo «il bilancio, sulle attività produttive, è zero. Il tempo delle chiacchiere è finito, se non si cambiano marcia e registro è la fine», osserva, «sono necessarie risorse per il credito e per lo sviluppo delle piccole e micro imprese».
Il vicepresidente di Confindustria Abruzzo, Paolo Primavera, parla di «un bilancio attento ai conti, ma non ci sono assolutamente misure per la crescita, l'occupazione, lo sviluppo e tutto questo è allarmante. Data la situazione», dice Primavera «la direzione è quella sbagliata. Sono necessarie riforme strutturali che nessuno ha il coraggio di fare. Senza tali riforme siamo a rischio recessione e la regione andrà a morire». Primavera dice, inoltre, di aver apprezzato l'intervista al Centro di Filippo Piccone. «Ha lanciato l'idea di un'agenzia unica regionale, che Confindustria aveva proposto nell'ultimo incontro del tavolo del Patto per lo Sviluppo» afferma il vicepresidente dell'associazione degli industriali. «Avviamo questa fase», conclude «la Regione recepisca le indicazioni che vengono dal coordinatore regionale del Pdl».
Parla di riduzione degli sprechi e di miglioramento dei servizi anche Italo Ferrante, presidente di Confapi, la Confederazione della piccola e media industria privata. «E' un bilancio inadeguato», dice Ferrante «perché si può fare qualcosa di più sia per le imprese che per i cittadini. La politica dovrebbe vedere dove sono gli sprechi ed eliminarli, va vista sotto questo punto di vista».
Per il segretario della Uil Abruzzo, Roberto Campo, «un aiuto allo sviluppo, dal bilancio regionale, viene solo se si studia una strategia per abbassare le tasse, impegnandosi al contempo a spendere bene risorse come Fas e fondi strutturali per lo sviluppo e concentrandosi sulla qualità dei progetti».
La confederazione degli artigiani sollecita dunque la classe politica e si aggrappa alla liquidazione del saldo del contributo in conto interessi delle spettanze relative all'anno 2009 entro il 31 gennaio 2012, «l'unica ancora di salvataggio per le imprese abruzzesi». Altri punti fondamentali sono lo stanziamento del contributo in conto interessi per gli anni 2010 e 2011 e il rifinanziamento degli strumenti agevolativi di Artigiancassa, «che non riescono più a soddisfare le domande delle imprese artigiane abruzzesi».
Secondo l'associazione, nel bilancio «ancora una volta non si evincono stanziamenti a favore dell'artigianato e del sistema produttivo abruzzese, ma solo un aumento delle imposte che continuerà a far restare la Regione la prima d'Italia per pressione fiscale. Non possiamo continuare a tollerare» conclude la lettera «che il bilancio sia quasi totalmente assorbito dalla sanità, a discapito dell'economia reale, di chi produce vera ricchezza ed occupazione».
Parole analoghe arrivano da Graziano Di Costanzo, direttore della Cna regionale, la Confederazione nazionale dell'Artigianato e della piccola e media impresa. «Per il terzo anno consecutivo», afferma Di Costanzo «il bilancio, sulle attività produttive, è zero. Il tempo delle chiacchiere è finito, se non si cambiano marcia e registro è la fine», osserva, «sono necessarie risorse per il credito e per lo sviluppo delle piccole e micro imprese».
Il vicepresidente di Confindustria Abruzzo, Paolo Primavera, parla di «un bilancio attento ai conti, ma non ci sono assolutamente misure per la crescita, l'occupazione, lo sviluppo e tutto questo è allarmante. Data la situazione», dice Primavera «la direzione è quella sbagliata. Sono necessarie riforme strutturali che nessuno ha il coraggio di fare. Senza tali riforme siamo a rischio recessione e la regione andrà a morire». Primavera dice, inoltre, di aver apprezzato l'intervista al Centro di Filippo Piccone. «Ha lanciato l'idea di un'agenzia unica regionale, che Confindustria aveva proposto nell'ultimo incontro del tavolo del Patto per lo Sviluppo» afferma il vicepresidente dell'associazione degli industriali. «Avviamo questa fase», conclude «la Regione recepisca le indicazioni che vengono dal coordinatore regionale del Pdl».
Parla di riduzione degli sprechi e di miglioramento dei servizi anche Italo Ferrante, presidente di Confapi, la Confederazione della piccola e media industria privata. «E' un bilancio inadeguato», dice Ferrante «perché si può fare qualcosa di più sia per le imprese che per i cittadini. La politica dovrebbe vedere dove sono gli sprechi ed eliminarli, va vista sotto questo punto di vista».
Per il segretario della Uil Abruzzo, Roberto Campo, «un aiuto allo sviluppo, dal bilancio regionale, viene solo se si studia una strategia per abbassare le tasse, impegnandosi al contempo a spendere bene risorse come Fas e fondi strutturali per lo sviluppo e concentrandosi sulla qualità dei progetti».
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