Macerie, un esposto fa tremare il Comune dell'Aquila

Procura al lavoro sull’appalto da 50 milioni di euro prima assegnato e poi revocato alla "T&P". Comitato civico chiede chiarezza sulla delibera ritirata che favorì l’impresa titolare dell’ex Teges

L’AQUILA. È racchiuso in 17 pagine l’esposto sulle macerie che fa tremare il Comune. Mentre, tra una visita e l’altra dei finanzieri, procede l’attività del settore Ambiente per sveltire le procedure di smaltimento, un comitato di cittadini chiede chiarezza sul mega-appalto.

L’APPALTO REVOCATO
. Si tratta dell’appalto da 50 milioni di euro prima assegnato e poi revocato alla «T&P». Il comitato «Immota Manet», presieduto dall’avvocato Stefano Di Salvatore, il 21 luglio ha depositato alla Procura della Repubblica dell’Aquila un dettagliato dossier sull’affare-macerie. Un corposo promemoria che ripercorre tutte le tappe dell’affidamento diretto alla ditta «T&P». Dieci giorni dopo il terremoto, il 16 aprile, un gruppo di cavatori aquilani si riuniva attorno a un tavolo per proporre una gestione «in loco» dei materiali derivanti da crolli e demolizioni degli edifici. Attraverso il comitato «Immota Manet» nasceva il raggruppamento temporaneo d’impresa denominato «Inerti aquilani» con sei cavatori della zona: «Ciuffini Secondino sas», «Inerti aquilana srl», «Ludovici Giovanni e figli srl», «Marruci inerti di Colella Salvatore», «Vaccarelli Antonio&C snc», «Zugaro Guido&C sas».

Il 23 aprile partiva una proposta al Comune e al commissario per l’emergenza per un progetto dettagliato sullo smaltimento delle macerie. «La proposta», spiegano i promotori, «era ed è tesa al coinvolgimento di imprenditori locali con ricadute economiche a favore della comunità aquilana». Dopo uno scambio di documenti tra il gruppo e le amministrazioni, il 19 maggio la giunta comunale adottava la deliberazione contenente le schede di rilevazione delle cave dell’Aquilano. In particolare, nella scheda del sito ex Teges (nella foto) «di proprietà della «T&P srl», venivano evidenziati alcuni elementi che, secondo i ricorrenti, la facevano ritenere «la meno idonea» per la presenza di diversi fattori di rischio.

Il 29 maggio il Comune sollecitava un parere alla Dicomac (Direzione operativa di comando e controllo) sulla necessità di adottare una procedura d’urgenza per la gestione delle macerie. «In questa nota», si legge nella denuncia, «il Comune individua per l’affidamento diretto della gestione dei rifiuti la T&P». Poi, il 9 giugno, l’offerta della società che ottiene l’affidamento il 12. Delibera poi revocata. Secondo l’avvocato Di Salvatore «è illegittimo l’affidamento diretto in ragione dell’urgenza, in quanto la stessa è sopravvenuta per il comportamento dell’amministrazione che non ha utilizzato il tempo trascorso dall’evento per l’attivazione delle procedure contrattuali nel rispetto della normativa».

DITTA NEL MIRINO.
La denuncia evidenzia anche i tempi ristretti, e le successive trasformazioni, avvenute in seno alla società che si è candidata per gestire le macerie e che avrebbe avuto «un evidente deficit nell’organizzazione d’impresa, di cui il Comune era già allora pienamente a conoscenza». Per le macerie, insomma, serviva una regolare gara.
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