ABRUZZO

No al taglio degli alberi, ambientalisti e Regione contro l'Anas

Le associazioni contro l'abbattimento di 560 piante lungo 65 chilometri di strada della provincia aquilana

L'AQUILA. Nella guerra sui 560 alberi da tagliare lungo 65 chilometri di strada della provincia aquilana, cinque associazioni ambientaliste si schierano con la Regione contro l'Anas che vuole tagliare gli alberi senza il permesso dell'ente regionale.  

Wwf, Fiab, Altura, Italia Nostra, Mountain Wilderness d’Abruzzo scendono in campo a fianco della Regione Abruzzo contro il ricorso dell’Anas nei suoi confronti per non aver dato il permesso di tagliare gli alberi ai lati delle strade. Ieri nellala Camera di Consiglio del Tar L'Aquila, attraverso l'avvocato Fabrizio Foglietti, c'è stato l’intervento “ad opponendum” delle associazioni ambientaliste.

L’Anas ritiene di dover solo “comunicare” alla Regione Abruzzo la decisione di tagliare le alberature stradali, fino a 6 metri di distanza dalla strada. Accampa la ragione di non dover chiedere il permesso a nessun Ente pubblico, equiparando il taglio delle alberature stradali a un “taglio colturale”1. A questa volontà si è opposta la Regione Abruzzo richiamando la legge regionale forestale (LR 3/2014) e quindi il ruolo attribuitole dalla stessa, affermando che avrebbe autorizzato solo l’abbattimento di alberi la cui pericolosità fosse documentata da una relazione tecnica professionale.

Anche la Sovrintendenza ai monumenti di Chieti e Pescara, a cui la Regione ha chiesto un parere, ha ricordato l’articolo 10 (comma 4, lett. g), del Codice dei beni culturali, che vincola le opere pubbliche realizzate da oltre 70 anni, come i viali alberati.

Le richieste di taglio da parte di Anas riguardano l’eliminazione di intere alberature, costituite anche da piante di notevoli dimensioni e portamento, poste lungo le strade statli 584 “Lucoli”, 690 “Avezzano-Sora” e 83 “Marsicana”, nello storico Parco nazionale d’Abruzzo, per una lunghezza complessiva di oltre 65 chilometri e per un totale di 560 alberi, dei quali quasi 200 con diametro a petto d’uomo superiore a 40 centimetri.

Le argomentazioni addotte dall’Anas fanno degli alberi solo delle presenze ingombranti, pericolose e inutili. Per le associazioni ambientaliste il danno ambientale prodotto attraverso la cancellazione del patrimonio arboreo sarebbe notevole e irrecuperabile.