Il convegno regionale della Cgil-Funzione pubblica conferma all’unanimità il segretario Ranieri

«Noi impiegati, non fannulloni»

I dipendenti pubblici: siamo il capro espiatorio di Brunetta

MONTESILVANO. «Altro che fannulloni, ci sono stati dei precari che dopo il sisma hanno continuato a lavorare gratis per mesi». I dipendenti pubblici abruzzesi non ci stanno ad essere etichettati come scansafatiche e lo ribadiscono al 9° congresso regionale Cgil-Funzione pubblica.
«Questo è un incontro diverso da quelli passati perché dobbiamo affrontare problemi molto più gravi», afferma il segretario regionale della Cgil Fp, Carmine Ranieri, riferendosi fra le altre cose alla riforma Brunetta, «che tende a creare un caprio espiatorio e a smantellare il sistema pubblico». Secondo Ranieri «la denigrazione di questi dipendenti mira ad assolvere le responsabilità politiche e a giustificare i tagli drastici nella pubblica amministrazione», per spingersi sempre più «verso una privatizzazione generale, che coinvolge anche un bene comune come l’acqua».

Dello stesso avviso il direttore Inps di Pescara, Valentino De Aloisio: «Qualche anno fa guardavamo con timore la riforma, ora pensiamo che chi sta potando lo sta facendo dalle radici».
Preoccupazione viene espressa riguardo ai dati relativi ai licenziamenti delle imprese e al ricorso alla cassa integrazione in Abruzzo, dati che sono definiti «allarmanti» anche in settori fino ad oggi «protetti» rispetto al rischio di perdita del lavoro, come l’igiene ambientale, le cooperative sociali, la sanità privata. «Sono tutte situazioni in forte affanno», ribadisce Ranieri, «e il caso-simbolo non può che essere quello dei lavoratori della clinica Villa Pini». Il segretario ricorda di «aver denunciato costantemente, come sindacato, le carenze che esistevano in questa struttura e nelle altre del gruppo», chiedendone il commissariamento, così come è accaduto in casi simili nel Lazio».

«Quello che ormai viene definito sistema-Abruzzo è un modello diffuso in tutta Italia, e Villa Pini è diventato un caso emblematico di commistione tra pubblico e privato, e del meccanismo attraverso cui si paga la politica», commenta Rossana Dettori, segretaria nazionale della Cgil Fp, aggiungendo che «in questo caso poi, il fatto che l’intero settore della riabilitazione sia affidato al privato è un’aggravante che rende ricattabile la Regione». La Dettori ammette poi di «trovare sconvolgente che Angelini, corruttore reo confesso, continui a stare al suo posto alla guida della clinica».

Restando sul fronte sanità, la Cgil è critica sul lavoro svolto finora dal governo regionale: «E’ stato fatto poco e male, tutto il settore privato lavora ancora senza regole e la Regione paga a piè di lista». Il sindacato si schiera contro le norme intruse nella legge finanziaria regionale, come quella «che prevede stipendi d’oro allo staff di Chiodi», e contro il processo di riorganizzazione della Regione Abruzzo, ritenuto «in preda all’immobilismo».
Stessa opinione viene manifestata da Vincenzo Traniello della Cisl, che ne denuncia «l’incapacità decisionale su temi importanti». E aspettando di partecipare il 12 marzo, a Roma, allo sciopero generale per chiedere la detassazione di pensioni e stipendi, la Cgil Abruzzo annuncia «iniziative forti» su diversi fronti.

Il congresso si è concluso con la rielezione all’unanimità di Ranieri come segretario regionale del settore Funzione pubblica.