Nuova forte scossa nella notte

23 Giugno 2009

L’Aquila. Torna la paura nelle tendopoli. Alle 22,58 terremoto di magnitudo 4.5 con epicentro nella zona di Pizzoli. Il sisma avvertito anche a Pescara, Teramo e sulla costa. Nessun ferito, crolli a Bazzano e Roio In decine di paesi la gente è tornata a dormire in auto. Gli esperti rassicurano

L’AQUILA. Una nuova forte scossa, di magnitudo 4.5, ha riportato ieri sera il panico tra le popolazioni colpite dal terremoto. L’epicentro è stato localizzato nell’alta Valle dell’Aterno, tra Pizzoli, Barete e L’Aquila, ma il sisma è stato avvertito anche a Roma, Pescara e Teramo.

La terra è tornata violentemente a tremare alle 22.58. Ma già nell’arco della giornata c’erano state altre tre scosse: la prima alle 3.29 (magnitudo 2), poi alle 11.45 (2,1) e la terza alle 17.16 (2,9) con l’epicentro localizzato sui monti reatini, tra Cittareale e Monterale. Una situazione che non dà tregua. E tra la gente è tornata la paura, soprattutto tra chi era già rientrato a casa. In molti si sono riversati nelle tendopoli chiedendo di poter riavere un posto in tenda.

Una vera e propria emergenza, tanto da mettere in allarme i Centri operativi misti che hanno chiesto alle tendopoli di accogliere eventuali richieste di ospitalità. Alcuni crolli, di mura già pericolanti, sono stati segnalati in più parti del territorio, tra cui Bazzano e Roio, e tantissime sono state le chiamate ai vigili del fuoco. Tutti fuori casa ovunque nell’Alta Valle dell’Aterno, così come all’Aquila e nella zona ad est della città. Controlli sono scattati in tutto il comprensorio. Il timore è che questa scossa, la cui profondità è stata registrata a 14,2 chilometri, possa aver vanificato il lavoro finora svolto. Ma secondo Enzo Boschi direttore dell’Istituto di geofisica e vulcanologia, «la scossa è stata nettamente inferiore, in termini di energia liberata, di almeno 40 volte rispetto a quella del 6 aprile. Il sisma è stato avvertito molto bene dalla popolazione, ma rientra nel quadro dell’evoluzione che avevamo detto, avrebbe avuto code di 4-5 mesi; tale profondità (14,2 chilometri) dovrebbe aver limitato gli effetti negativi. Quest’ultimo evento, dunque» ha aggiunto Boschi «non modifica il quadro complessivo del sistema. Quello che ha resistito alla prima scossa dovrebbe aver resistito anche a questa. Ma il problema ha conseguenze psicologiche sulla popolazione perché le continue scosse creano paura e scoraggiamento».

Intanto ieri era sceso a 142 il numero delle tendopoli presenti nell’area del “cratere”. L’ultima chiusura, in ordine cronologico, riguarda il campo a Castiglione di Montereale. Attualmente nelle tendopoli sono registrate 22.870 persone, mentre sono oltre 30.500 gli aquilani sistemati in strutture alberghiere lungo la costa (21.001) o in case private. Secondo i dati forniti dalla Protezione civile, nell’ultima settimana sono state chiuse due tendopoli a Scoppito (campo sportivo e Sella di Corno) e altrettante a Tornimparte. Qui hanno chiuso i battenti, non senza proteste, quelle di Rocca Santo Stefano e Villagrande.

I PASTI.
A fronte dei 142 campi ancora attivi, sono 95 le cucine in funzione e nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di strutture che offrono il servizio solo ai residenti nelle tendopoli. Un giro di vite scaturito da una direttiva emanata dieci giorni fa dai Com che vietava ai responsabili dei campi di far entrare a mensa chi ha optato per l’autonoma sistemazione.
Una disposizione che aveva suscitato forti contestazioni, tali da spingere il sindaco Massimo Cialente a chiedere alla Protezione civile di ingranare la retromarcia.

LA PROTESTA.
Un ritorno alla “normalità” che sembra ancora lontano. Come dimostra il caso di un 89enne sfollato a Pineto che è stato ricoverato ad Atri, ma che non vuole proprio saperne di farsi operare in quella struttura. Vuole tornare all’Aquila per ricoverarsi a Villa Letizia, ma dovrà pagare per il trasferimento in ambulanza. «Una cosa davvero inaccettabile»» hanno affermato i suoi familiari «visto che stiamo parlando di una persona finita a Pineto perché la sua casa è inagibile».