Ora la sanità rischia il collasso, l’ultimo allarme dei dirigenti

11 Giugno 2025

Lettera-denuncia dei vertici regionali: «Grave disavanzo e per il 2025 sarà peggio». A luglio la verifica con il ministero della salute sul piano da adottare

PESCARA. È lunga una pagina la lettera che racconta il presente della sanità abruzzese – «Grave questione del disavanzo sanitario 2024» – e il futuro prossimo, cioè «un tendenziale 2025 niente affatto migliorativo». Bastano 24 righe per lanciare un altro allarme: la sanità abruzzese rischia davvero il collasso. In questa lettera, 4 dirigenti apicali della Regione Abruzzo chiedono alla politica di fare qualcosa: «Immediata condivisione di possibili soluzioni volte a definire una manovra correttiva strutturale». Tradotto significa: decidere dove trovare i soldi per coprire il disavanzo della sanità. E non c’è tempo da perdere perché la prima scadenza è fissata al prossimo 30 giugno, giorno previsto per il debutto del piano operativo regionale del triennio 2025-2027.

Ma è una lettera che dà poche speranze quella firmata il 6 giugno scorso da Emanuela Grimaldi, a capo del dipartimento sanitario, Fabrizio Giannangeli, direttore del settore bilancio, e poi dai dirigenti Luigi Colangelo ed Ebron D’Aristotile. Basta l’oggetto a capire tutto: “Misure di contenimento della spesa sanitaria. Richiesta di confronto urgente”. I due direttori e i due dirigenti chiedono al presidente della Regione, Marco Marsilio di Fratelli d’Italia un vertice per fare il punto sul buco milionario della sanità. E dopo la lettera che traccia i contorni di un paziente moribondo, domani alle ore 17.30 a palazzo Silone all’Aquila, è già atteso il confronto, convocato dal capo di gabinetto Stefano Cianciotta, tra Marsilio, l’assessore regionale al Bilancio Mario Quaglieri, anche lui di FdI, l’assessore alla Salute Nicoletta Verì (lista Marsilio presidente), il presidente del consiglio regionale Lorenzo Sospiri di Forza Italia e i consiglieri Vincenzo D’Incecco della Lega, presidente commissione Bilancio, e Paolo Gatti di FdI, presidente commissione Salute, e poi il direttore generale della Regione Antonio Sorgi, il direttore dell’Agenzia sanitaria regionale Pierluigi Cosenza, e il responsabile unico regionale dell’Assistenza sanitaria Marco Scorrano; convocati anche i 4 firmatari della lettera.

Il documento mette la politica con le spalle al muro e parla di «necessari indirizzi del caso in merito alle misure di contenimento e di razionalizzazione della spesa sanitaria da porre in essere nell’immediato». Stavolta non è una nota dei consiglieri regionali di opposizione a lanciare l’allarme sui conti della sanità abruzzese: sono i vertici tecnici, in una lettera congiunta e quindi scritta a una sola voce, a parlare senza contestazioni di parte con il linguaggio freddo di chi non può concedersi alibi e non deve alimentare false promesse.

Secondo i dirigenti apicali, non c’è più tempo da perdere: bisogna correre ai ripari perché la sanità abruzzese ha bisogno di interventi indispensabili. Le parole chiave che si rincorrono nella lettera sono proprio “urgente”, “immediato” e “tempestività”. Perché la sanità stia sprofondando così lo spiegano ancora una volta i tecnici: «La situazione che si sta configurando ricalca, per diversi aspetti, quanto già verificatosi nell’esercizio precedente, con riferimento al disavanzo del sistema sanitario regionale al quarto trimestre 2023 e risulta aggravata dall’assenza di una normativa regionale che imponga o anche soltanto preveda l’adozione entro il prossimo 30 giugno, come richiesto dal tavolo, di piani di rientro da parte delle aziende sanitarie locali».

Se lo scenario di partenza è già grave e compromesso, il prossimo futuro immaginato dai capi della Regione è ancora peggiore: è un quadro in cui dominano il rosso dei tagli e il nero di un pozzo profondo e di cui non si vede ancora la fine. «In tale contesto», continua la lettera, «appare estremamente complesso, se non impossibile, prevedere un miglioramento significativo dell’andamento della spesa che sulla base delle proiezioni tendenziali attualmente disponibili per l’anno 2025 potrebbe determinare un disavanzo stimato di circa 110 milioni di euro».

Lo stesso Abruzzo che fu commissariato nel 2007, con i tagli inferti senza pietà a tutti gli ospedali, si ritrova ancora sull’orlo del baratro. È una situazione d’emergenza che la politica non può ignorare: il disavanzo del 2024 misura 113 milioni di euro e la proiezione per il 2025 non lascia spazio all’ottimismo. Significa che se la proiezione per quest’anno è già a quota 110 milioni di deficit, questo numero potrebbe soltanto crescere. E allora, secondo i dirigenti è necessario che la politica affronti di petto la questione del disavanzo sanitario: «In occasione della seduta del tavolo di verifica del 29 maggio scorso è stato ribadito l’obbligo, imposto dalla vigente normativa di riferimento, di disporre apposito accantonamento annuo di 113 milioni di euro a valere sugli esercizi 2026 e seguenti – con evidente impatto anche sull’imminente assestamento di bilancio in corso di predisposizione – appare imprescindibile la immediata condivisione di possibili soluzioni volte a definire una manovra correttiva strutturale da trasferire nel redigendo piano operativo regionale 2025 e 2027, come suesposto da approvare entro il prossimo 30 giugno».

E allora l’appuntamento da non fallire, dicono i due direttori e i due dirigenti regionali, è il faccia a faccia al ministero della Salute, cioè «il tavolo di verifica del prossimo mese di luglio in occasione del quale riferire sugli adempimenti posti in essere medio tempore».

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