Panama Papers, anche Jarno Trulli tra i vip con soldi nei paradisi fiscali

4 Aprile 2016

Il pilota pescarese è tra gli italiani presenti nell'elenco diffuso in esclusiva dall'Espresso: avrebbe investito i suoi soldi in società offshore attraverso lo studio legale Fonseca da cui è partita la fuga di notizie sulla gestione di grandi flussi di denaro attraverso il sistema finanziario globale

PESCARA. Anche il pescarese Jarno Trulli, l'ex pilota di Formula Uno, risulta azionista della Baker street sa, una società registrata nelle isole Seychelles e creata con l'assistenza dei legali dello studio Mossack Fonseca. Uno studio con base a Panama city, nel cuore di uno dei più efficienti e impenetrabili paradisi fiscali del mondo, da cui però è partita una colossale fuga di notizie. "La più grande della storia della finanza internazionale", scrive l'Espresso che partecipa in esclusiva per l'Italia all'Icij (International consortium of investigative journalists) e che ha avuto accesso a un enorme archivio di carte segrete: milioni di pagine di documenti che raccontano quasi 40 anni di affari offshore.

Ciò che emerge dalle carte è  un resoconto inedito sulla gestione di grandi flussi di denaro attraverso il sistema finanziario globale, soldi che a volte sono il frutto dell'evasione fiscale, della corruzione o anche del crimine organizzato.

Il tutto attraverso oltre 200 mila società, fondazioni, trust con sede in 21 paradisi fiscali sparsi per il mondo, dai Caraibi ai mini Stati del Pacifico, da Cipro fino al deserto del Nevada, negli Stati Uniti.

E poi decine di migliaia di clienti, cittadini di 200 Paesi diversi, tra cui politici, uomini di spettacolo, imprenditori, sportivi.

I file riguardano operazioni che vanno dal 1977 fino alla fine del 2015.

E in questi file ci sono anche nomi di italiani che si sono rivolti a Mossack Fonseca per aprire società offshore. Insieme a personaggio come Luca di Montezemolo o l'imprenditore Giuseppe Donaldo Nicosia (latitante coinvolto in un'inchiesta per truffa con Marcello dell'Utri) c'è per l'appunto il pilota Jarno Trulli.

Il pescarese, ritiratosi dalle corse nel 2012, è andato offshore grazie all'intermediazione del Credit Foncier Monaco, uno degli istituti di credito più forti sulla piazza di Montecarlo.

Questo è quanto risulta dalle carte ufficiali, ma Trulli, contattato da l'Espresso tramite il suo manager, non ha risposto alle richieste di chiarimenti.

Tutto questo emerge da un'inchiesta durata più di un anno, da quando i file panamensi - 11,5 milioni in tutto - sono stati recapitati al quotidiano tedesco Suddeutsche Zeitung, che poi li hai messi in comune con gli altri giornali del consorzio. Sulle stesse informazioni sono già al lavoro anche le autorità fiscali di diversi Paesi, tra cui la Germania e gli Stati Uniti.

Mai prima d'ora una simile mole di dati finanziari riservati era stata messa, tutta insieme, a disposizione della pubblica opinione e degli investigatori.