Quando le start-up diventano sociali L’esempio dall’Aquila

Da uffici e servizi condivisi alla fabbricazione digitale: ecco l’Onda d’innovazione di sei gruppi con età max 30 anni

L'AQUILA. Età media 30 anni, qualcuno di loro è ancora studente, ma tutti sono animati da un'idea precisa: l'innovazione sociale. Sono i sei gruppi di giovani che hanno ideato "Onda d'innovazione", iniziativa che si conclude oggi, che rientra in un più ampio lavoro sul tema della nuova imprenditorialità attraverso la formula delle start-up e dell'innovazione.

Oggi alle 17, nella sede di Confindustria, tre incontri-dibattito. Al centro ci sono associazioni che testimoniano la vivacità sociale e culturale dell'Aquila. Si tratta dello "Strange Office", un open space nato da un’idea dell'associazione StartUp L'Aquila, una sorta di ufficio condiviso per fornire a freelance e liberi professionisti spazi e creare una community professionale.

Il progetto "Socioplan" è nato dall'esigenza di contribuire alla promozione sociale con azioni di pianificazione per promuovere il benessere di comunità attraverso la ricerca scientifica sociale e i processi partecipativi. "Policentrica" porta avanti l'intento di unire la città "vecchia" alle new town; è anche animatore di un Urban center aquilano.

E' stato ideato da studenti dell'ateneo aquilano "Viviamolaq", con l'obiettivo di ridefinire spazi di crescita sociale attraverso l'organizzazione di laboratori di architettura partecipata: ad esempio nei nuovi quartieri post-sisma.

"FabLab" è un laboratorio tecnologico che ha come mission la fabbricazione digitale. Mette a disposizione stampanti 3D in grado di sviluppare progetti con ricaduta sociale.

E' rivolto alle donne il progetto "L'Aquila, città per le donne ", che intende proporre le donne come protagoniste di una ricostruzione strutturata a loro misura.