Rugby a Villa Sant'Angelo, ecco le ragazze della palla ovale

L'AQUILA. Il rugby, il fango e l’orgoglio: quello femminile, con squadre agguerrite a sfidarsi sino all’ultima meta. Così seguire una kermesse del rugby femminile non è certo meno stimolante, specie quando la partita è ricca di azioni, placcaggi e rapidi capovolgimenti di fronte. Le regole sono pressappoco le stesse, solo sulle mischie c’è l’attenuante «no contest». Niente spinte, dunque, chi introduce vince. Per quello che riguarda i placcaggi, invece, nessuna prescrizione, fermo restando che tutte le giocatrici sono consapevoli che afferrare l’avversaria ad altezza petto causa qualche problema in più rispetto ai confronti maschili.
L’occasione per osservare da vicino questa realtà c’è stata domenica scorsa, con la quinta giornata di Coppa Italia, il campionato italiano di rugby Seven - quello che si gioca con sette giocatori - che vede ancora salde in testa le giocatrici del Paganica Rugby. Per la prima volta, quest’anno, si è tornati a giocare sul campo di villa Sant’Angelo, uno dei pochi che non è stato occupato dalle tendopoli anche se i segni del sisma si vedono tutti. Villa rappresenta uno dei comuni più danneggiati del Cratere e a bordo campo ci sono ancora i rottami di una macchina fracassata sotto le macerie. «Con il passare dei mesi», spiega Domenica Clementini, tecnico della formazione giovanile del Gran Sasso Rugby, «abbiamo fatto in modo di mettere da parte i ricordi del terremoto. Ognuno ha vissuto la sua storia», sottolinea, «ma quando si scende in campo bisogna concentrarsi e andare avanti».
Un’esperienza stimolante quella del rugby femminile. «Può sembrare all'apparenza un'avventura di ragazze un po’ troppo spericolate», commentano alcune giocatrici del Paganica Rugby, «in realtà, il nostro obiettivo è dimostrare a tutti la bellezza di questo sport e la ricchezza che a livello femminile non ha nulla da invidiare alle squadre maschili. Non abbiamo smesso di giocare neanche dopo il terribile 6 aprile», continuano, «abbiamo saputo superare momenti terribili». Il Paganica ha dovuto interrompere le atttività per qualche mese, invece la formazione giovanile del Gran Sasso, è riuscita ad allenarsi regolarmente a Villa Sant’Angelo. «Sono ragazze fantastiche», dichiara ancora Domenica Clementini, «non si sono mai perse d’animo e tendenzialmente hanno molta più grinta dei loro colleghi.
Con loro, per certi versi, è anche più facile impostare un discorso tecnico, grazie alla loro costanza». Sono quattro le squadre che si sono sfidate nella quinta giornata di campionato di Coppa Italia, il campionato italiano di rugby seven, che vede ancora salde in testa le giocatrici del Paganica Rugby. Vittoria ben conseguita, quella delle rossonere locali, contro le squadre «All Reds» e Messina. Una domenica giocata intensamente anche per la squadra femminile di casa Gran Sasso Rugby under 16 che porta a casa ancora vittorie contro Le formiche Pesaro e la romana «Red&Blu», segno della voglia di crescere nel rugby. Il resto lo hanno fatto il sole, il fango e lo scenario naturale ai piedi del Gran Sasso.
(Fabio Iuliano)
L’occasione per osservare da vicino questa realtà c’è stata domenica scorsa, con la quinta giornata di Coppa Italia, il campionato italiano di rugby Seven - quello che si gioca con sette giocatori - che vede ancora salde in testa le giocatrici del Paganica Rugby. Per la prima volta, quest’anno, si è tornati a giocare sul campo di villa Sant’Angelo, uno dei pochi che non è stato occupato dalle tendopoli anche se i segni del sisma si vedono tutti. Villa rappresenta uno dei comuni più danneggiati del Cratere e a bordo campo ci sono ancora i rottami di una macchina fracassata sotto le macerie. «Con il passare dei mesi», spiega Domenica Clementini, tecnico della formazione giovanile del Gran Sasso Rugby, «abbiamo fatto in modo di mettere da parte i ricordi del terremoto. Ognuno ha vissuto la sua storia», sottolinea, «ma quando si scende in campo bisogna concentrarsi e andare avanti».
Un’esperienza stimolante quella del rugby femminile. «Può sembrare all'apparenza un'avventura di ragazze un po’ troppo spericolate», commentano alcune giocatrici del Paganica Rugby, «in realtà, il nostro obiettivo è dimostrare a tutti la bellezza di questo sport e la ricchezza che a livello femminile non ha nulla da invidiare alle squadre maschili. Non abbiamo smesso di giocare neanche dopo il terribile 6 aprile», continuano, «abbiamo saputo superare momenti terribili». Il Paganica ha dovuto interrompere le atttività per qualche mese, invece la formazione giovanile del Gran Sasso, è riuscita ad allenarsi regolarmente a Villa Sant’Angelo. «Sono ragazze fantastiche», dichiara ancora Domenica Clementini, «non si sono mai perse d’animo e tendenzialmente hanno molta più grinta dei loro colleghi.
Con loro, per certi versi, è anche più facile impostare un discorso tecnico, grazie alla loro costanza». Sono quattro le squadre che si sono sfidate nella quinta giornata di campionato di Coppa Italia, il campionato italiano di rugby seven, che vede ancora salde in testa le giocatrici del Paganica Rugby. Vittoria ben conseguita, quella delle rossonere locali, contro le squadre «All Reds» e Messina. Una domenica giocata intensamente anche per la squadra femminile di casa Gran Sasso Rugby under 16 che porta a casa ancora vittorie contro Le formiche Pesaro e la romana «Red&Blu», segno della voglia di crescere nel rugby. Il resto lo hanno fatto il sole, il fango e lo scenario naturale ai piedi del Gran Sasso.
(Fabio Iuliano)