Sanità in rosso. Riabilitazione, tornano i ticket

Stangata da 26 a 98 euro a prestazione per pazienti e Comuni. Protesta la Cisl: tassa iniqua che colpisce i più deboli Vanno coinvolti gli enti locali

PESCARA. Tornano i ticket sulla riabilitazione. E torna la delibera approvata lo scorso novembre dall’allora commissario alla Sanità Gino Redigolo, poi sospesa dallo stesso commissario prima dell’entrata in vigore il 1 dicembre 2009. Il provvedimento è tornato di nuovo in vigore dal 1º gennaio con la firma dei due subcommissari Giovanna Baraldi e Giancarlo Rossini in forza di una legge nazionale (invocata a suo tempo anche da Redigolo) che introduce un ticket per la riabilitazione svolta in regime di ricovero, e in forza soprattutto delle sollecitazioni dei tecnici del ministero che da Roma monitorano il piano di rientro. Senza i ticket infatti l’Abruzzo perderebbe il fondo nazionale aggiuntivo previsto per le regioni con i conti della sanità in rosso. Si tratta di un “fondino di accompagnamento” che per l’Abruzzo vale 40 milioni di euro.

Il presidente della commissione Sanità del Consiglio regionale Nicoletta Verì ha convocato i subcommissari per mercoledì 3 febbraio: «In quell’occasione parleremo dei piani industriali delle Asl ma affronteremo anche questo problema, e lì ribadiremo che siamo contrari al ticket in quella forma», spiega la Verì. I ticket vanno da 26 euro e 98 euro (vedi tabella), coprono il 30% del costo della prestazione e sono a carico dei pazienti e del Comune di residenza. Prima della sospensione Redigolo aveva ipotizzato una forma di collaborazione economica tra Comuni, Regione e utenti, sperimentata in altre regioni, per la costituzione di un fondo dal quale pescare le risorse per pagare il servizio riducendo l’importo a carico dei pazienti. La sospensione decisa da Redigolo, ricorda la Cisl in una nota firmata dai segretari Maurizio Spina, Vincenzo Traniello e Lucio De Matteis, era stata decisa proprio per avviare un confronto con i sindaci e con l’assessorato alle Politiche sociali «per verificare la possibilità di compartecipazione al pagamento della prestazione».

Ma a tutt’oggi, dice la Cisl, «le motivazioni che hanno indotto alla sospensione della delibera sono ancora del tutto attuali. Infatti non risultano concluse le intese con i sindaci». Per il sindacato il provvedimento è comunque il risultato di una cattiva interpretazione della legge nazionale di indirizzo sui Lea (i livelli essenziali di assistenza), «infatti la natura delle prestazioni interessate sono di tipo esclusivamente sanitario e quindi esenti da qualsivoglia ticket, diversamente da quelle di origine socio-sanitaria a cui la compartecipazione è richiesta» dice il sindacato.

La Cisl ribadisce infine il dissenso per l’introduzione di una tassa «odiosa e iniqua», che «colpisce gravemente i disabili gravi che vivono in residenza o semiresidenza presso strutture autorizzate e che per status sono per lo più poco abbienti».