Scuola, tagliati 355 posti in Abruzzo

8 Agosto 2010

Gli effetti della riforma Gelmini, gli istituti superiori i più colpiti

L'AQUILA. Sono 355 i docenti abruzzesi in soprannumero per il prossimo anno scolastico: insegnanti di ruolo che, a causa della riforma Gelmini (che ha diminuito il monte ore settimanale in molti istituti) e dei tagli ministeriali, sono stati dichiarati perdenti posto.

«Si tratta del numero più alto degli ultimi anni», dice il direttore dell'ufficio scolastico regionale, Carlo Petracca, «ma cercheremo di tamponare l'emorragia di docenti con l'utilizzo dei fondi residui per l'emergenza terremoto e con una trattativa ministeriale».

A pagare le spese di tagli e riforma saranno soprattutto i precari: la manovra dell'ufficio scolastico provinciale, infatti, tende a salvaguardare il posto degli insegnanti di ruolo utilizzando per quest'ultimi non solo le cattedre in organico di diritto (quello che risulta dalle iscrizioni), ma anche quelle in organico di fatto (che si vengono a formare dopo gli scrutini e che di solito sono riservate ai contratti a tempo determinato).

«Purtroppo ci saranno meno nomine di precari rispetto allo scorso anno», spiega Petracca, «ma cercheremo di riassorbire quasi tutti i soprannumerari già di ruolo».

L'ordine di scuola maggiormente penalizzato è quello della secondaria superiore: in totale sono 242 gli insegnanti che hanno perso il posto (52 a Chieti, 88 all'Aquila, 55 a Pescara e 47 a Teramo).

Segue la scuola primaria con 73 maestri in soprannumero (32 all'Aquila, 3 a Pescara e 38 a Teramo) e infine la media che ha 40 perdenti posto (10 a Chieti, 27 all'Aquila e 3 a Teramo). La provincia più in difficoltà è quella dell'Aquila con i suoi 147 insegnanti soprannumerari, seguono Teramo e Pescara (88 perdenti in entrambe). Migliore la situazione a Chieti dove gli insegnanti in dop (dotazione organica provinciale) sono 62.

«La causa di questa difficile situazione è soprattutto la riforma delle superiori», spiega Petracca, «che ha ridotto il monte ore settimanale dei licei e degli istituti tecnici e professionali. Per applicare la riforma molte cattedre sono scomparse. A questo si aggiunge la richiesta da parte del ministero al nostro ufficio scolastico di tagliare 679 posti da docente e 433 da Ata (Amministrativo, tecnico, ausiliario)».

Per arginare il fenomeno dei soprannumerari l'ufficio scolastico regionale ha intenzione di mettere in atto un piano che prevede l'utilizzo di circa 2milioni e 300mila euro provenienti dal fondo-terremoto (destinato dal ministero alla regione lo scorso anno). «Con questi soldi potremo salvare il posto di circa 140 docenti», afferma il direttore. «Per gli altri è in corso una trattativa col ministero che già ci ha assicurato il riassorbimento di ulteriori 150 insegnanti. Un numero che speriamo possa crescere nei prossimi giorni in modo che tutti i perdenti posto possano essere salvaguardati».

I criteri che verranno adottati in tale direzione sono molti: in primo luogo si sdoppieranno le classi con più di 31 alunni o con un numero di studenti tra 28 e 31 in presenza di un disabile; saranno mantenute le classi della scuola dell'infanzia da 10 alunni in su (e non da 16 come prevede la legge) e verranno costituite due pluriclassi al posto di una sola dove i bambini sono di meno.

«In molte realtà la Regione ha stipulato un protocollo d'intesa con l'ufficio scolastico per arginare il problema», conclude Petracca. «In Abruzzo questo non è stato possibile perché l'ente è già molto impegnato a livello economico per ricucire il debito causato dalla sanità».

© RIPRODUZIONE RISERVATA