«Slavine, tragedia annunciata»

Il presidente delle guide alpine: disattese le regole

L’AQUILA. «Pericolo marcato», ovvero «l’invito perentorio» ad evitare di avventurarsi in montagna quando alto è il rischio di valanghe e scarsissima la visibilità a causa delle pessime condizioni climatiche. Una raccomandazione disattesa ieri a Campo Imperatore, come pure a Roccaraso e Pescasseroli, dove proprio l’imprudenza e la superficialità di escursionisti e di appassionati di snowboard hanno provocato tre slavine, una delle quali (quella sul Gran Sasso) ha ucciso due persone.

«Negli ultimi giorni» ha spiegato Agostino Cittadini, presidente delle guide alpine abruzzesi, «abbiamo avuto nevicate abbondantissime. Tanta neve venuta giù su un terreno ghiacciato. E proprio l’assenza di compattezza tra la neve vecchia e quella fresca può provocare disastri. Con i pendìì in questo stato, infatti, anche il solo passaggio a piedi o sugli sci può causare il distacco della massa nevosa e dunque la formazione di una slavina. Ciò che è accaduto denota il mancato rispetto delle regole basilari a cui tutti coloro che praticano la montagna dovrebbero, invece, attenersi. È necessario seguire il bollettino delle neve ed evitare di avventurarsi quando ci sono condizioni di scarsa visibilità.

I tre escursionisti romani, due dei quali purtroppi deceduti, non avevano neppure l’attrezzatura idonea, a cominciare dalle sonde e dell’apparecchiatura Arva necessaria a segnalare la propria posizione nel caso in cui si viene travolti da una valanga. Noi raccomandiamo sempre a chi decide di andare in montagna di chiamare prima le guide alpine che operano sul territorio e di seguire poi le indicazioni fornite dalle stazioni sciistiche».