Terremoto, tre indagati per il crollo di via D'Annunzio

La procura dell'Aquila ha emesso tre avvisi di garanzia per il crollo del condominio privato di via D'Annunzio, in cui lo scorso 6 aprile morirono 13 persone. Le ipotesi di reato sono di omicidio colposo e disastro colposo
La Procura della Repubblica dell'Aquila ha aperto il quarto filone dell'indagine sulla maxi inchiesta sul terremoto. Il Procuratore Capo Alfredo Rossini ha firmato l'emissione di tre avvisi di garanzia nei confronti di tre persone che avrebbero avuto responsabilità nel crollo del condominio privato di via Gabriele D'Annunzio all'Aquila dove sono morte 13 persone.
I tre indagati sono il costruttore Filippo Impacciatore, 71 anni, originario di Chieti, ma trasferito da tanti anni in Venezuela; il progettista dei lavori di ristrutturazione del 2002, Fabrizio Cimino (49) dell'Aquila, e l'imprenditore esecutore dei lavori di restauro nel 2002, Fernando Melaragni (61), dell'Aquila.
I capi di imputazione sono omicidio colposo, disastro colposo e lesioni. Nel corso della giornata il procuratore della Repubblica aveva parlato di omicidio colposo e disastro colposo; la terza ipotesi di reato si è appresa in serata dopo che gli avvisi di garanzia sono state notificati agli interessati o ai loro legali. Le lesioni sono riferite al fatto che oltre ai 13 morti, ci sono due feriti.
Nell'indagine penale vengono citate anche tre persone morte: si tratta di Salvatore Cimino (direttore dei lavori), Paolino Cimino (ingegnere progettista), e Pierino Altizi (titolare dell'impresa che ha costruito. I provvedimenti sono stati notificati agli eredi ma pur contenendo le stesse accuse formulate nei confronti dei tre indagati del quarto filone della maxi inchiesta sul terremoto, gli stessi sono finalizzati alla sola azione civile legata all'eventuale risarcimento danni che potrebbe essere chiesto dai familiari delle vittime e dai feriti.
Il palazzo di via D'Annunzio è l'unico crollato su se stesso nella zona della villa Comunale e questo insieme agli elementi emersi dalla perizia dei consulenti della Procura ha fatto propendere la procura stessa per la negligenza umana nell'iter realizzativo e autorizzativo della struttura crollata.