Tribunali, tre di troppo in Abruzzo

Csm e associazione magistrati chiedono la soppressione delle sedi piccole.

PESCARA. Riuscirà prima la Regione a tagliare gli ospedali o lo Stato a tagliare i tribunali? È una bella lotta che va avanti da alcuni anni e che forse è arrivata a un momento davvero conclusivo. La Regione a giorni o a settimane qualcosa dovrà decidere sugli ospedali. Il governo si dovrà pronuncianre presto sui tribunali. Nel frattempo il plenum del Consiglio superiore della magistratura, l’organo di autogoverno dei magistrati, ha consigliato al ministro Angelino Alfano di tagliare i piccoli tribunali con meno di 20 magistrati, una tesi condivisa anche dall’Anm, l’Associazione nazionale magistrati. Per l’Abruzzo vuol dire rinunciare almeno a quelli di Sulmona, Vasto, Lanciano, con relative sedi succursali e conseguente spostamento di personale (nel distretto regionale operano 193 magistrati, di cui 138 giudicanti, 55 requirenti).

Secondo il Csm i piccoli tribunali, che sono inevitabilmente «disfunzionali perché non in grado di assicurare una tempestiva risposta di qualità alla domanda di giustizia». Perché un ufficio giudiziario possa essere efficiente, dicono i giudici dell’organo di governo della magistratura, deve avere dai 20 ai 40 magistrati nel proprio organico. Il taglio prevederebbe una «non più procrastinabile revisione delle circoscrizioni giudiziarie» determinando quasi una rivoluzione perché metterebbe in discussione l’esistenza di «ben 88 tribunali», che sarebbero destinati a soppressioni e accorpamenti. Di conseguenza cambierebbe la dislocazione degli uffici giudiziari sul territorio, che è vecchia di oltre un secolo, visto che dall’unità di Italia ad oggi non si è mai ridisegnata con un intervento organico la geografia giudiziaria.

«Venute meno le difficoltà delle comunicazioni e dei trasporti oggi la distribuzione capillare nel territorio degli uffici giudiziari non ha valide giustificazioni» e pecca di «inadeguatezza», scrive la Sesta Commissione del Csm. Intanto perché uffici troppo piccoli non consentono la specializzazione dei magistrati, che è invece imposta dalla complessità della legislazione. E poi anche per il sistema delle incompatibilità processuali, che per garantire l’imparizialità impedisce per esempio allo stesso giudice di pronunciarsi sulle indagini preliminari e poi di partecipare al dibattimento.

Alla luce di tutto questo i consiglieri ritengono «necessario» per i tribunali prospettare piante organiche che vadano dalle venti alle quaranta unità, ma con i necessari correttivi: è «irrinunciabile» per esempio la presenza di un tribunale ordinario in ogni capoluogo di provincia, così come nelle aree maggiormente interessate dal fenomeno della criminalità organizzata o «da una peculiare densità imprenditoriale e commerciale». Sull’anacronismo delle circoscrizioni giudiziarie si è pronunciano anche l’Anm, favorevole, come si è detto, all’accorpamento degli uffici come meno di 20 magistrati.

Nel caso dell’Abruzzo l’Anm fa riferimento direttamente ai tribunali di Lanciano e Vasto che l’associazione descrive «distanti poco meno di 45 minuti in autostrada». Oggi 88 tribunali in Italia presentano un organico inferiore a venti unità, 59 hanno tra i venti e cinquanta giudici e solo 18 hanno più di cinquanta toghe. Tra gli 88 tribunali, ci sono 32 uffici che arrivano al massimo a dieci magistrati.