Spazzino volontario con il reddito di cittadinanza

TURNO DI NOTTE

Domenico, vita da spazzino volontario 

A chi gli chiede se sia uno spazzino risponde scuotendo la testa: «No, sono un fantasma». In realtà Domenico Renzullo, 53 anni, napoletano, lo spazzino lo fa per davvero. Inizia a spazzare le strade di San Pietro a Patierno, ogni mattina, poco prima delle 8. Fa lo spazzino volontario, trascinandosi dietro un bidone con su scritto Rdc, tre lettere che stanno per Reddito di cittadinanza. Domenico Renzullo ha una moglie invalida, una figlia di 20 anni disoccupata, e una coscienza civile non comune. Percepisce il reddito di cittadinanza e, per non gravare sullo Stato, ha deciso di lavorare gratuitamente. «Anche se ricevo questo sussidio mensile, voglio rendere un servizio alla mia comunità», ha detto al quotidiano Il Mattino. Per andare in pensione gli mancano solo quattro anni di contributi da aggiungere ai 37 già versati. Domenico Renzullo si trova in una situazione che molti italiani conoscono bene: una vita di lavoro alle spalle e poi il licenziamento a un passo dal riposo. «La fabbrica», ha raccontato, «fu chiusa perché rientrava nella bonifica dell’amianto seguita a quella di Bagnoli. Dovevamo essere assorbiti dalle aziende satelliti della Whirlpool, ma il resto è storia nota». Il futuro gli appare ora come attraverso un binocolo rovesciato: di colpo lontanissimo. Così cerca di ingannarlo facendo finta, nel frattempo, che non esista.
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