TRANI

Pescaresi e teramani intossicati dal tonno, dopo due anni scattano gli arresti

L'inchiesta in Puglia per frode e falso coinvolge 18 indagati fra titolari e dipendenti di aziende ittiche di Bisceglie, nel nord Barese, di una società di consulenza e di un laboratorio privato di Avellino

TRANI. Associazione per delinquere finalizzata all'adulterazione di sostanze alimentari, frode e falso inerenti l'attività di produzione e commercio di prodotti ittici in tutto il Paese: sono i reati che la Procura di Trani contesta a 18 indagati raggiunti  da altrettanti provvedimenti cautelari disposti dal gip del Tribunale.

Si tratta di titolari e dipendenti di aziende ittiche di Bisceglie, nel nord Barese, di una società di consulenza e di un laboratorio privato di Avellino. Le indagini, condotte dai carabinieri del Nas di Bari, hanno portato anche al sequestro di beni riconducibili ad alcune delle società coinvolte nell'inchiesta.

Gli  episodi di intossicazione avvennero in diverse province tra maggio e giugno di due anni fa – di cui sei a Firenze, una a Lavagna in Liguria, 10 a Benevento, 3 a Bisceglie a cui si aggiunsero  aggiunte quelle provocate dall’acquisto di prodotti in pescheria:  5 a Bitonto, 4 a Pezze di Greco nel Brindisino, altrettante a Pescara e cinque a Teramo.

“Un quadro allarmante del fenomeno e fondamentali sono state le intercettazioni, telefoniche e ambientali”, ha spiegato il capo della Procura di Trani Renato Nitti ribadendo che “è stato indispensabile sapere le esatte parole pronunciate e intercettate per capire quanto stava accadendo, sia dal punto di vista giuridico sia per la ricostruzione del fatto”.

a falsificazione di certificazioni, documenti ed etichette è stata riscontrata nei “quaderni di prova relativi alle analisi in cui si annotavano i valori reali degli additivi che venivano poi segnalati in modo falsificato e inviati alle autorità competenti che venivano così depistate nella loro attività di controllo”, ha evidenziato il pm di Trani, Roberta Moramarco che ha coordinato le indagini con il collega Francesco Tosto. “Il sistema dei controlli ha funzionato anche nei confronti di chi ha provato ad aggirarlo”, ha aggiunto il colonnello Edoardo Campora, comandante del Nas per l’Italia meridionale facendo riferimento a Rasff, il Rapid alert system for food and feed che permette un veloce scambio di informazioni tra i Paesi dell’Unione europea sui rischi per la salute: “È una rete rapida che mette in comunicazione gli Stati comunitari sui rischi per la salute”.