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14 gennaio

Oggi, ma nel 1975, a Firenze, venivano spiccati i mandati di cattura, per procurato aborto e per associazione a delinquere, nei confronti di Gianfranco Spadaccia, segretario nazionale del Partito radicale, e di Adele Faccio, presidente del Centro d’informazione sulla sterilizzazione e sull’aborto di Milano nonché esponente radicale di spicco, che era latitante a Parigi.

Emma Bonino, dirigente radicale di primo piano e animatrice del Cisa si consegnava spontaneamente alle forze dell’ordine per sensibilizzare ulteriormente l’opinione pubblica sul tema dell’interruzione di gravidanza. Contestualmente partiva la campagna guidata da Marco Pannella, abruzzese, presidente dei radicali, per la depenalizzazione dell’aborto (nella foto, particolare, la Faccio, a sinistra, e la Bonino, durante una delle tante manifestazioni). Era infatti considerato reato dall’articolo 545 e seguenti del codice penale. Verrà depenalizzato con la legge 22 maggio 1978 numero 194. Dopo l’arresto di Spadaccia, il Partito comunista italiano, con l’onorevole Adriana Seroni, e il Partito socialista italiano, con l’onorevole Maria Magnani Noja, daranno vita alla battaglia parlamentare per modificare la legislazione in materia. Nel contempo le forze neofasciste del Movimento sociale italiano puntavano a rafforzare il reato di aborto. Spadaccia verrà rilasciato il 10 febbraio.

L’8 gennaio precedente si era verificata l’irruzione dei carabinieri nella clinica fiorentina del Cisa, del dottor Giorgio Conciani. Il ginecologo -che diverrà figura simbolo della lotta per il diritto all’aborto libero, poi anche per l’eutanasia, fino al suo suicidio, il 6 maggio 1997- era stato tratto in manette per aver praticato l’aborto. Verrà liberato il 28 marzo. Il “Secolo d’Italia”, quotidiano organo del Msi, e il settimanale “Candido”, periodico di area missina, avevano denunciato come l’attività portata avanti da Conciani finanziasse i radicali. Il Partito di Spadaccia aveva querelato le due testate di destra. Andando ancora a ritroso, l’11 gennaio, il segretario Spadaccia, in qualità di rappresentante dei radicali, e il Cisa si erano assunti la piena responsabilità politica ed organizzativa di quanto accaduto nell’ambulatorio di Firenze e degli aborti praticati nella struttura sanitaria. Il 24 gennaio successivo, a Roma, al Teatro Adriano, si aprirà la Conferenza nazionale sull’aborto, promossa dal Partito radicale e dal Movimento di liberazione della donna. E proprio il 26, la Faccio, rientrata clandestinamente in Italia, si consegnerà alla Polizia. Verrà arrestata, ne nascerà l’ennesimo caso mediatico, quindi verrà rimessa in libertà, il 28 febbraio successivo.