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17 luglio

Oggi, ma nel 1989, a Forte dei Marmi, in provincia di Lucca, veniva ucciso, nel garage di casa, con 17 coltellate, Luciano Iacopi, mediatore immobiliare di 69 anni, da Carlo Cappelletti, ex carabiniere a cavallo, di 23 anni, originario di Norma, in provincia di Latina, amante della moglie, Maria Luigia Redoli (nella foto, il giorno dell'arresto), di 50 anni, dai capelli corti platinati, detta "la Circe della Versilia", per la passione per la magia nera. Il delitto era stato compiuto per impossessarsi dell'eredità, stimata in 7 miliardi di lire e dalla provenienza ritenuta dubbia.

La donna - che con la vittima condivideva anche i due figli, Tamara, di 18 anni, e Diego, di 14 - il 17 febbraio 1991, verrà condannata, in appello, all'ergastolo, insieme al complice. Sentenza che diverrà definitiva dopo il passaggio in Cassazione. Mentre in primo grado c'era stata l'assoluzione. Alla fine lei, considerata il mandante dell'omicidio, sconterà 24 anni nel carcere milanese di Opera. Ad incastrare i due amanti erano, da un lato le intercettazioni telefoniche, dall'altro le indagini tradizionali. I carabinieri avevano diffuso una falsa informazione: il ritrovamento di una finta arma del delitto. Così Cappelletti, intercettato, aveva dichiarato ad un amico, tradendosi, come le forze dell'ordine fossero ancora in alto mare. Inoltre c'era il dettaglio delle chiavi del garage, che erano soltanto due, uno della vittima e l'altro della moglie, e la rimessa risultava essere stata chiusa dall'interno.

Prima di mettere in piedi il piano, la Redoli aveva cercato di uccidere il coniuge attraverso il maleficio di un mago viareggino, pagandolo 15 milioni di lire. Ma il sensitivo aveva intascato i soldi senza eseguire il sortilegio. Tutta la vicenda desterà scalpore e verrà considerata come uno dei casi mediatici di cronaca nera più seguiti del tempo, per le componenti tipiche: sangue, soldi e sesso. Ma anche perché sia lei che lui si erano professati innocenti fin dal primo momento e avevano tentato di schermarsi dietro un debole alibi. Anche il rapporto tra madre e figli era stato incrinato dalla mattanza e non si ricomporrà neanche in occasione della morte della Redoli, che avverrà, a 80 anni, ad Arezzo, il 15 gennaio 2019.