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20 MARZO

Oggi, ma nel 1965, in tutta Italia, raggiungeva la vetta della classifica nazionale dei singoli il brano “Io che non vivo senza te”, di Giuseppe “Pino” Donaggio. Il vinile veniva pubblicato dall’etichetta discografica Emi italiana, di Milano, in formato 45 giri. La canzone rimarrà al primo posto della hit-parade tricolore per tre settimane, per poi chiudere, il 31 dicembre successivo, al dodicesimo posto, dopo l’escalation di due pezzi indimenticabili: “Il silenzio”, del trombettista Celeste “Nini” Rosso, e “Il mondo”, del compositore Enrico Sbriccoli, ovvero “Jimmy Fontana”.

“Io che non vivo senza te”, scritto e musicato da Donaggio con il paroliere Vito Pallavicini, aveva nel b-side “Il mondo di notte”. La traccia era stata presentata nella quindicesima edizione del Festival di Sanremo (nella foto, particolare, proprio l’esibizione di Donaggio sul palco del casinò), dal 28 al 30 gennaio di quel 1965, vinta da Roberto Satti, “Bobby Solo”, con The New Christy Ministrels, con “Se piangi, se ridi”. Il tormentone di Donaggio, che rimarrà il suo cavallo di battaglia, poiché, a seguire, dal 1973, si dedicherà molto alle colonne sonore per il cinema, avrà molto successo anche nella versione in inglese, interpretata dalla londinese Mary O’ Brien, conosciuta come “Dusty Springfield”, che sarà intonata pure da Elvis Presley e Shelby Lynne, pseudonimo di Shelby Lynne Moorer.

Donaggio, veneziano di Burano, classe 1941, proveniva da una famiglia di musicisti, e aveva studiato violino al conservatorio “Benedetto Marcello” di Venezia e al “Giuseppe Verdi” di Milano e aveva iniziato la sua carriera nel mondo dello spettacolo proprio come violinista. Aveva debuttato con “Come sinfonia”, piazzandosi al sesto posto, nella kermesse canora della Città dei fiori, nella undicesima edizione, dal 26 gennaio al 6 febbraio 1961, vinta da Roberta Corti, ossia “Betty Curtis”, e Luciano Tajoli, con “Al di là”.