TODAY

21 febbraio

Oggi, ma nel 1986, a Roma, in viale della Farnesina, Wilma Monaco, romana di 28 anni, militante dell’Unione dei comunisti combattenti, sorta dalla scissione delle Brigate rosse, sparava, con una pistola Smith & Wesson calibro 38, ad Antonio Da Empoli. Quest'ultimo era calabrese, di 47 anni, neodirettore del Dipartimento degli Affari economici e sociali della presidenza del Consiglio, dal 10 febbraio precedente, collaboratore diretto del capo del governo socialista, Bettino Craxi, in carica dal 4 agosto 1983. Da Empoli era fermo, come tutte le mattine, a comperare i giornali all’edicola prima di andare a Palazzo Chigi.

Secondo quanto deciso dagli attentatori doveva essere gambizzato. Quell’agguato doveva segnare anche il battesimo del fuoco della formazione Ucc sulla scena della lotta armata nazionale. Ma le cose andavano diversamente da quanto pianificato. La terrorista (nella foto, particolare, il corpo senza vita riverso a terra, nell'immagine tratta dal quotidiano l’Unità del giorno dopo, 22 febbraio 1986), moglie del Br Gianni Pelosi, rimaneva uccisa dalla reazione inaspettata dell’autista di Da Empoli, che era un poliziotto di 25 anni, del quale non verrà rivelato il nome per evitare rappresaglie.

La Monaco, che agiva sotto il falso nome di Roberta Maria Ceci, come riportato nel documento contraffatto che aveva nella borsa, indossava il giubbotto antiproiettile che però non bastava a salvarle la vita. Pelosi diverrà il nuovo compagno di Barbara Balzerani, anche lei nota come esponente di spicco della colonna romana dell’organizzazione con la stella rossa a cinque punte, con partecipazione, tra l’altro, nella Capitale, all’omicidio di Girolamo Minervini, il 18 marzo 1980, e al sequestro di Aldo Moro, in via Mario Fani, il 16 marzo 1978. Insieme, la primula rossa Balzerani e Pelosi, verranno arrestati, ad Ostia, il 19 giugno 1985. Da Empoli, nel frattempo divenuto consigliere d’amministrazione del Monte dei Paschi di Siena, morirà nell’ospedale di Parma, il 2 ottobre 1996, a 57 anni, in seguito alle ferite riportate nell’incidente stradale nel quale verrà coinvolto, insieme alla moglie, diretto a Milano in auto.

Antonio Da Empoli era figlio di Attilio, di Reggio Calabria, classe 1904, economista anche lui, deputato fascista, professore di Economia politica nelle università di Bari e di Napoli. Il figlio di Antonio Da Empoli, Giuliano, del 1973, ascoltato rappresentante del panorama culturale nazionale, sarà, tra l’altro, saggista, amministratore delegato di Marsilio, editorialista del Messaggero e del Foglio, e, dal 2009 al 2012, assessore comunale alla Cultura a Firenze, durante il mandato da sindaco di Matteo Renzi del Partito democratico.