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23 aprile

23 Aprile 2025

Oggi, ma nel 1859, a Milano, avveniva l’ingresso come cacciatore delle Alpi dell’esercito savoiardo di Nepomuceno Bolognini da Pinzolo, classe 1824, che sarà l'uomo simbolo dell’irredentismo tridentino nel Risorgimento, nel giorno dell’ultimatum dell’imperatore asburgico Francesco Giuseppe al re di Sardegna Vittorio Emanuele II volto al completo disarmo e al licenziamento dei già menzionati cacciatori delle Alpi. Ma più in generale finalizzato allo scioglimento dagli obblighi militari dei soldati volontari piemontesi. Di fatto era il pretesto per far scoppiare la seconda guerra d’Indipendenza: voluta dal governo di Vienna contro quello sardo guidato da Camillo Benso conte di Cavour che si era schierato al fianco della Francia di Napoleone III. L’Austria dichiarerà guerra, il 26 aprile successivo, in contrapposizione alla tardiva risposta di Cavour che, strategicamente, approfitterà di tutto il lasso di tempo concessogli per far affluire il grosso delle truppe transalpine in Savoia. La guerra terminerà con l’annessione del Lombardo-Veneto al regno savoiardo, dopo l’armistizio di Villafranca, che verrà stipulato l’11 luglio successivo. Bolognini simboleggiava la presenza del Trentino nella sfida tricolore della futura Italia contro “Cecco Beppe”, reputato dai trentini come l’oppressore supremo. Oltre Bolognini (nella foto, particolare, il monumento commemorativo in suo onore nella cittadina d’origine, nel parco dell’ex Ciclamino, davanti alla biblioteca, voluto dalla Sat, la Società alpinisti tridentini, che sarà fondata da Bolognini, il 2 settembre 1872 a Madonna di Campiglio, e aderente al Cai, il Club alpino italiano, dal sindaco Carmelo Binelli, realizzata dall’artista locale Ivo Maria Bonapace, che sarà inaugurato nel 1972 in occasione del centenario Sat) tra le fila di quei trentini riottosi a stare sotto l’Austria bisognerà ricordare il patriota Narciso Bronzetti da Cavalese, del 1821, arruolatosi come capitano dei cacciatori delle Alpi di Giuseppe Garibaldi, insieme al fratello minore Pilade, di Mantova, del 1832, che aveva il grado di tenente, e che troverà la morte, il 27 giugno successivo, a Brescia per le conseguenze delle ferite rimediate nel combattimento di Tre Ponti, nel territorio del Comune di Rezzato. Pilade, invece, perirà nella battaglia del Volturno, a Castel Morrone, l’1 ottobre 1860.