PALLA AL CENTRO
L'Atalanta di Gasperini e il crocevia di Pescara
Tutti sul carro del vincitore. Tutti a lodare l’Atalanta e Gasperini che hanno appena vinto l’Europa League. Giusto così, ci mancherebbe. Ma il crocevia dell’epopea atalantina si è consumato a Pescara, una città cara al 66enne tecnico di Grugliasco che in maglia biancazzurra ha giocato dal 1985 al 1990, giocando alle dipendenze di Giovanni Galeone e al fianco di Leo Junior.
Era il 25 settembre 2016 e Gasperini era appena arrivato sulla panchina nerazzurra, dopo l’esperienza di Genova. La partenza non era stata delle migliori. Una vittoria e cinque sconfitte nelle prime cinque partite con la prospettiva di affrontare il Crotone, ultimo in classifica, in trasferta, a Pescara perché lo stadio Scida era sottoposto a lavori di adeguamento. Gasperini era il grande ex, ormai sulla graticola visto l’avvio di stagione deludente. Un altro risultato negativo e sarebbe scattato l’esonero. Si parlava del ritorno di Prandelli o dell’avvento di Pioli. Probabilmente nemmeno il pareggio avrebbe salvato la panchina del tecnico che stava incontrando difficoltà nella gestione dello spogliatoio.
Gasperini, dal canto suo, in quella vigilia ci mise coraggio e audacia, scegliendo una formazione inattesa e dando spazio a diversi giovani. Anticipando quello spirito garibaldino che poi è diventato il marchio di fabbrica della sua Atalanta. Ebbene, i nerazzurri vinsero 3-1 all’Adriatico-Cornacchia. Poca gente sugli spalti quella domenica.
Dalla vittoria contro il Crotone, l'Atalanta infila una serie di 8 vittorie e un pareggio in 9 partite, dando inizio a una cavalcata che la porterà al 4° posto alla fine del campionato. L'Atalanta, così, farà anche il proprio ritorno nelle competizioni Uefa dopo 26 anni.
Da lì si è aperto il ciclo che ha visto l'Atalanta partecipare costantemente alle competizioni europee. Fino alla notte magica di Dublino. Lo sliding doors della favola di Bergamo si è consumata a Pescara, perché senza quella vittoria sul Crotone, probabilmente, il tecnico oggi tanto osannato avrebbe preso la via di casa. E la Dea non avrebbe impressionato l’Europa con il calcio di Gasperini.