A Montevecchio esclusi casi di inquinamento

16 Luglio 2014

Il responso delle analisi: sono scarichi di acque bianche. Il comandante D’Urso: non ci sono illeciti

VASTO. Nessun illecito ambientale a Montevecchio, dove nei giorni scorsi è stata segnalata la presenza di un terreno abbandonato cosparso di reflui verdastri. Le analisi effettuate dall’Arta, che ha prelevato dei campioni di acqua, non sono ancora disponibili, ma l’Ufficio circondariale marittimo ha escluso forme di inquinamento nella relazione inviata alla Procura. Insomma, c’è stato solo un inutile allarmismo che ha provocato una levata di scudi del sindaco Luciano Lapenna e degli operatori turistici.

«Si tratta di scarichi di acque bianche», spiega il comandante Giuliano D’Urso, che una settimana fa ha compiuto un sopralluogo sul posto insieme ai carabinieri del Noe di Pescara, alla polizia municipale e al Corpo forestale dello Stato, «con l’ausilio dei tecnici della Sasi abbiamo individuato un punto di scarico a monte del terreno, dove abbiamo rinvenuto letame di animali a cui vanno imputati i residui trovati sul campo abbandonato. Non si ravvisano illeciti ambientali e si escludono collegamenti con la balneabilità del mare».

D’Urso aveva scartato fin dall’inizio l’ipotesi che potesse trattarsi di scarichi fognari, avallando la tesi dell’acqua stagnante che al terreno argilloso aveva conferito l’aspetto melmoso. L’allarme era scattato una settimana fa, quando Stefano Moretti dell’Osservatorio regionale anti-mafia aveva diffuso su Facebook un video su un campo contaminato da reflui, totalizzando nel giro di poche ore centinaia di contatti. I controlli sono scattati immediatamente sulla collina di Montevecchio (alle spalle di una elegante struttura ricettiva) per verificare la presenza di fonti di inquinamento, come fanghi industriali o scarichi fognari. Gli accertamenti effettuati a monte, anche con l’uso del tracciante, hanno escluso la presenza di eventuali scarichi di fogna e qualsiasi impatto sulla balneabilità delle acque trattandosi di un terreno distante dal litorale tre o quattro chilometri in linea d’aria. Dopo aver lanciato l’allarme e richiesto l’intervento del Noe, Moretti ha anche commissionato dei prelievi a un laboratorio privato che hanno accertato la presenza nei campioni di acqua esaminati, di enterococchi ed escherichia coli, agenti patogeni indicatori di inquinamento.

Caso chiuso? Difficile dirlo dal momento che il Consorzio turistico Il Golfo d’oro ha annunciato azioni legali a tutela degli operatori e della immagine della città gravemente danneggiati dalle notizie diffuse nei giorni scorsi. Non si escludono strascichi giudiziari.

Anna Bontempo

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