Un altro caso di violenza sessuale a Lanciano

LANCIANO

Abortisce dopo essere stata violentata dal cognato 

A giudizio 48enne. La donna, con ritardo mentale, ha ospitato il fratello del marito dal quale riceveva anche schiaffi e pugni

LANCIANO. Picchia e violenta la cognata. Lei rimane incinta ed è costretta ad abortire. A gennaio andrà a processo per violenza sessuale aggravata dalla circostanza che la vittima era affetta da ritardo mentale un 48enne di Lanciano (di cui non riportiamo il nome per tutelare la vittima degli abusi, sua partente). È una storia di degrado sociale e morale, di indigenza e tristezza quella avvenuta a Lanciano nel 2016 e venuta alla luce dopo indagini della Procura e con il rinvio a giudizio dell’uomo, un 48enne del posto. Il giudice per le udienze preliminari Marina Valente ha infatti mandato a processo, fissato al 9 gennaio 2019, l’uomo rappresentato dall’avvocato Antonella Marchetti.

Antonella Marchetti, avvocato
L’inferno che ha segnato la sua già difficile vita, la donna, affetta da ritardo mentale, l’ha vissuto a gennaio i due anni fa. Quando a casa ospita il cognato, il fratello del marito, disoccupato. Un uomo che si sarebbe dimostrato cinico e violento. Secondo le accuse l’uomo avrebbe costretto con violenza e minacce la cognata, a subire atti sessuali. Schiaffi alla faccia, pugni sulla schiena. Una ferocia inaudita per costringerla a soddisfare le sue voglie. Ripetuti i rapporti tanto che alla fine lei è rimasta incinta ma è costretta a ricorrere all’aborto terapeutico.
Una storia di degrado che è emersa e che porta la Procura frentana a svolgere indagini accurate, anche sul feto a cui è stato estratto il Dna compatibile con quello del cognato e a formulare l’accusa di “violenza sessuale aggravata dalle condizioni psichiche di ritardo mentale della vittima tali da ostacolarne la difesa”.
Una donna fragile, che non è riuscita a fermare tanta violenza da parte di una persona di famiglia. Una famiglia con problemi, da tempo oggetto di attenzioni da parte dei servizi sociali per le sue condizioni di disagio, tanto che alla coppia sono stati tolti altri figli dal tribunale dei minori dell’Aquila.
E sono state proprio le assistenti sociali a capire i segni di disagio mostrati dalla donna e a raccogliere poi le sue confidenze. Una storia incredibile che le ha spinte a rivolgersi alla Procura. Che su quella presunta violenza ha indagato.
A processo l’uomo darà le proprie spiegazioni, proverà a discolparsi da un’accusa tanto grave e infamante e resa ancor più pesante dalla situazione di disagio in cui sarebbe avvenuta. Un uomo che l’avvocato Marchetti ha descritto in modo diverso in udienza, tutt’altro che violento e affetto, anche lui, da ritardo mentale, grave e certificato.
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