Alimonti, sit-in degli operai «Garanzie sul futuro»

17 Giugno 2014

Il Molino finisce all’asta al miglior offerente e i lavoratori tornano oggi ai cancelli La cassa integrazione scade a fine agosto. I sindacati: c’è ansia sul concordato

ORTONA. Tornano a presidiare i cancelli del Molino Alimonti per reclamare certezze sul loro futuro. I circa 60 dipendenti dello stabilimento di Villa Caldari messo in vendita al miglior offerente monteranno da questa mattina un presidio, una mossa decisa insieme ai sindacati Flai-Cgil e Fai-Cisl per agire sul doppio binario della prima asta indetta dal tribunale fallimentare di Chieti nell’ambito del concordato preventivo, e della scadenza ormai imminente della cassa integrazione straordinaria, il 31 agosto.

Ai commissari liquidatori chiedono di conoscere i piani industriali presentati dai concorrenti all’asta, che si terrà l’8 luglio prossimo in uno studio notarile del capoluogo. In parallelo, sindacati e lavoratori si preparano a rivolgere un appello allo Stato e alla politica che governa l’Abruzzo a tutti i livelli per una ulteriore proroga della Cigs, visto che il termine di agosto non è realisticamente sicuro in una prospettiva di ritorno al lavoro.

«Questi lavoratori», spiega Ada Sinimberghi, segretaria abruzzese di Flai-Cgil, «devono restare in forza all’azienda per poter cogliere l’opportunità di essere ancora in gioco quando si dovesse discutere con nuovi interlocutori sulla ripresa della produzione». Franco Pescara, segretario regionale di Fai-Cisl, alla vigilia della mobilitazione dei dipendenti (operai, autisti e impiegati) fa presente che «le maestranze sono state completamente abbandonate dall’azienda. L’amministratore delegato Francesco Norcia è come praticamente sempre irraggiugibile via telefono. E nel frattempo», annota, «cresce l’ansia su cosa il concordato riserverà alle decine di famiglie coinvolte».

Questa mattina potrebbe partecipare al presidio il consigliere regionale del Pd Camillo D'Alessandro. «È l’unico», sottolinea Pescara, «che ci è rimasto vicino in questi mesi. E a lui aggiungiamo Michele Fasano, responsabile del personale che ci ha aiutato a sbrogliare un problema burocratico con il ministero in ordine alla proroga della Cigs».

Anche Sinimberghi chiama in causa la politica partendo dalle elezioni del 25 maggio. «Sono stati eletti in alternativa alla maggioranza precedente, vorrei che dimostrassero una presenza forte nella crisi della Alimonti e dell’intera area industriale metropolitana, in cui chiude praticamente un’impresa al giorno. È ormai necessario», prosegue la numero uno di Flai, «conoscere i piani industriali il più presto possibile, almeno per capire quali saranno i termini di ripresa della produzione e ritorno al lavoro».

Francesco Blasi

©RIPRODUZIONE RISERVATA