Anche a Schiavi arrivano i profughi africani

Lavori per l’accoglienza in un ex albergo. Il consigliere Ninni: il sindaco spieghi che cosa sta accadendo

SCHIAVI DI ABRUZZO. Arrivano i profughi africani in paese come a Castiglione Messer Marino, Palmoli e Carunchio? La notizia è ancora riservata, ma a Schiavi se ne parla diffusamente, come anticipato dal sito Ecoaltomolise.net.

La cooperativa sociale Matrix di Vasto che gestisce la struttura di accoglienza profughi di Palmoli e di altri centri del Vastese avrebbe preso in gestione l’edificio di località Monte Pizzuto, a qualche chilometro dal centro del paese. Negli anni scorsi, i locali del’immobile avevano accolto un ristorante albergo. Poi la struttura è rimasta abbandonata ma pare che i lavori di sistemazione siano già cominciati. L’edificio è dotato di una trentina di stanze e potrebbe accogliere una sessantina di ospiti. A Carunchio ce ne sono una trentina; a Palmoli circa settanta. I profughi e richiedenti asilo, d’abitudine restano nelle strutture individuate dalla prefettura del territorio per circa sei mesi, prima di ottenere i documenti che certificano il loro status di rifugiato politico. Poi sono liberi di muoversi nell’Unione europea. L’intero costo dell’accoglienza è affrontato dalla prefettura e il Comune non spenderebbe nulla.

Ma la polemica incalza in paese. «Alla luce delle notizie diffuse dalla stampa e non smentite dall’amministrazione comunale, chiedo al sindaco Luciano Piluso, di fare chiarezza su questa delicata questione che interessa il paese e i numerosi schiavesi residenti a Roma che tornano per il lungo periodo estivo», dice il consigliere comunale di opposizione Luca Ninni. «Arriveranno o no questi richiedenti asilo? E in che numero? Di che sesso e nazionalità? Per quanto tempo resteranno a Schiavi? Si farà o no questo centro di accoglienza? Di chi è lo stabile che li dovrà ospitare?», chiede il consigliere di minoranza. «Anche ammesso che tutta l’operazione sia stata gestita dalla prefettura, l’amministrazione comunale non può non essere stata messa al corrente. Perché il tutto viene gestito, ancora una volta, quasi segretamente, senza coinvolgere la cittadinanza? Va bene dare aiuto a chi ne ha bisogno», prosegue Ninni, «ma è il caso di far arrivare in paese, in pieno inverno, a 1.200 metri di altitudine, tra neve e ghiaccio, persone abituate a vivere in altri climi? E visto che si tratta di un argomento delicato e che interessa tutta la comunità locale formata in maggioranza da anziani, perché il sindaco non organizza un incontro pubblico per fare piena luce sulla vicenda? Incontro al quale magari si potrebbero invitare i responsabili della cooperativa Matrix, ma anche amministratori o i cittadini di altri comuni di zona che già ospitano dei migranti, per sentire la loro esperienza».

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