Archivio di Stato chiuso, il caso alla Camera
Interrogazione di Melilla (Sel): quella frentana è un’istituzione prestigiosa con documenti del ’500
LANCIANO. La chiusura dell'Archivio di Stato di Lanciano finisce in Parlamento. Il deputato Gianni Melilla, del gruppo Sel, ha rivolto ieri un’interrogazione con risposta scritta al ministero dei Beni e delle attività culturali chiedendo di sapere «se l’imminente chiusura corrisponda al vero».
Melilla si rivolge al ministero dichiarando che quella di Lanciano «è una sezione prestigiosa dell’Archivio di Stato di Chieti, con documenti che risalgono agli inizi del ’500 e che registrano la storia sociale, religiosa, culturale, i rapporti di proprietà e vicende importanti come il brigantaggio, della provincia di Chieti, e in particolare dell’area frentana». A questo punto Melilla chiede al ministero «se non ritenga di assumere ogni utile iniziativa per scongiurare questo ulteriore colpo al patrimonio culturale dell’Abruzzo e di Lanciano».
La vicenda allora si allarga e rischia di diventare nazionale. Dallo scorso mese di maggio il ministero aveva disposto la chiusura della sezione archivistica lancianese in viale Cappuccini per motivi di sicurezza (normativa antincendio) e di risparmio (effetti della spending review) sull’affitto dei locali. I documenti si trovano imballati in un deposito di Moscufo ad opera di una ditta specializzata, in attesa che si giunga ad una soluzione.
Inizialmente la Carichieti aveva offerto gratuitamente i propri locali della ex-sede di Ortona, ma c’è stata l’opposizione forte del Comune di Lanciano e di diversi utenti per mantenere in città l’archivio. Una soluzione prospettata è di utilizzare l’ex-officina Sangritana in via Del Mancino in modo da creare un polo culturale insieme alla biblioteca Liberatore e il polo museale di Santo Spirito. Ci sono stati dei sopralluoghi in via Del Mancino con il presidente Sangritana, Pasquale Di Nardo, il quale ha presentato al ministero un progetto che coinvolge anche l’archivio Sangritana e quello comunale. Finora non si sono avute risposte. L’unica a farsi viva, due settimane fa, è stata la direttrice generale ad interim del ministero, Rossana Rummo, che in una lettera alla Direzione archivistica di Chieti propone la chiusura definitiva della sezione lancianese.
Gino Melchiorre
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