accade in tribunale

Ascensore rotto Disabile-testimone protesta e se ne va

VASTO. Avrebbe dovuto testimoniare in un processo. Quando si è accorto di non poter raggiungere l’aula si è infuriato e ha lasciato il palazzo di giustizia. Da settimane ormai i due ascensori del...

VASTO. Avrebbe dovuto testimoniare in un processo. Quando si è accorto di non poter raggiungere l’aula si è infuriato e ha lasciato il palazzo di giustizia.

Da settimane ormai i due ascensori del palazzo di giustizia di via Bachelet sono fuori uso. Uno è fermo ormai da quasi un anno. L’altro è bloccato dal 14 febbraio. Gli appelli lanciati una settimana fa al Comune dagli avvocati non sono serviti a nulla. L’aula del tribunale al secondo piano resta off limits per i disabili e per le persone afflitte da problemi di deambulazione.

La reazione sdegnata del disabile ieri mattina è stata notata da alcuni penalisti che si sono offerti di portare in braccio l’uomo. «Lui si è rifiutato. Era sconcertato, ma si sentiva anche umiliato. È andato via sostenendo che evidentemente la sua testimonianza non era ritenuta così importante», racconta Nicola Artese, presidente dell’Ordine gli avvocati.

Le toghe sono più infuriate del disabile. Otto anni fa furono costrette a proclamare lo stato di agitazione per fare riparare un ascensore rotto e ottenere l’impianto di condizionamento. Adesso il disagio è doppio (tutti e due gli ascensori sono fuori uso) ma le proteste non vengono neppure prese in considerazione.

In realtà tutto il palazzo cade a pezzi. Basta guardare le condizioni della scalinata esterna. All’interno le cose non migliorano. La manutenzione del palazzo è un onere che compete al Comune che poi dovrebbe essere rimborsato dal ministero delle Finanze. Il Comune, però, non ha più fondi da anticipare e le rimesse statali arrivano dopo tempi lunghissimi. Un disabile o una persona anziana, tuttavia, hanno diritto a raggiungere le aule e gli uffici.

Quello che è successo ieri mattina si commenta da solo. La sofferenza delle casse comunali a giudizio degli operatori di giustizia non può essere considerata una valida giustificazione. «La giustizia deve fare il suo corso. Per farlo ha bisogno di strutture adeguate in grado di ricevere anche disabili. Altro che abbattimento delle barriere architettoniche. Il palazzo di giustizia di via Bachelet segue un percorso inverso: ai disabili viene impedito di raggiungere l’aula di giustizia. È gravissimo. Invitiamo il Comune o chi per esso a prendere prima possibile adeguati provvedimenti», hanno chiesto ieri gli avvocati. (p.c.)

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